Il legale di Provenzano: «Sta per morire, basta carcere duro»

Bernardo Provenzano, 79 anni il prossimo 31 gennaio, padrino mafioso corleonese arrestato nell’aprile 2006 dopo 43 anni di latitanza, è molto malato. Lo dicono da tempo i figli e lo rilancia il suo legale Rosalba Di Gregorio. Dal carcere di Novara è stato, quattro mesi fa, trasferito in quello di Parma, che dispone di un centro clinico, proprio per le sue condizioni di salute. Ma oltre al tormento di recidive del cancro, all’ischemia che gli ha distrutto parzialmente il cervello, c’è un problema - secondo il difensore - che non è risolvibile attraverso cure o interventi medici: il vecchio mafioso non sarebbe più in grado di gestirsi da solo. Tanto più in una cella al regime del carcere duro. «È molto malato. Rischia la morte ogni giorno. Basta col 41 bis. Venga detenuto ma in condizioni civili. È giusto che paghi il suo debito ma in condizioni di vita carcerarie adatte alla sua situazione sanitaria. Lo dico ben sapendo che nessuno avrà mai il coraggio di prendere una decisione simile». «Abbiamo un uomo - aggiunge Di Gregorio - che non è in condizioni di accudire se stesso.

L’ultima volta in cui i figli sono andati a trovarlo si è messo a pregare al colloquio. Non riesce a capire che deve prendere il citofono e posizionarlo nei punti giusti orecchio e bocca. Si veste con abiti invernali. Ha unghie e capelli lunghi. È dimagrito di due taglie».

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