Caro Feltri, lei si è sempre definito laico e ha sempre manifestato il suo parere favorevole a che ognuno sia libero di scegliere della propria vita e della propria morte. Abbia il coraggio di scrivere due righe su questa legge che ci priva del diritto di decidere e lo delega interamente ai medici. Sarebbe di aiuto e conforto ai laici e liberali che leggono questo quotidiano.
Dino Campari
Va rispettata la volontà di tutti
Caro Campari, a parte che il suo nome mi fa
simpatia per motivi etilici, devo anzitutto dirle: non serve alcun
coraggio per dire, come ho fatto mille volte sui giornali e in tivù,
tutto il male possibile della legge relativa al testamento biologico.
Questa materia non bisognerebbe neppure sottoporla a una speciale
regolamentazione, dal momento che dovrebbe essere scontato il diritto di
ciascuno a decidere della propria vita e della propria morte, mentre è
un abuso obbligare altri ad attenersi a un regolamento uguale per tutti.
Esemplifico. Tu vuoi perire fra atroci tormenti perché - chessò - desideri offrire un sacrificio a Dio onde ottenere il perdono di eventuali peccati? Padronissimo di farlo. Non mi oppongo. Affari tuoi. Almeno sul letto di morte la libertà non può essere condizionata.
Ma se sei libero tu, non vedo perché non possa essere
libero io di fare una scelta di segno contrario. Le dirò di più, caro
Campari, personalmente - pur essendo rispettoso dei credenti, del Papa,
del parroco e del sacrista - non sono affatto ostile neppure
all’eutanasia. A un patto: che sia facoltativa e non obbligatoria.
Non capirò mai perché uno abbia la libertà addirittura di votare per De Magistris, e non abbia viceversa quella di scegliersi il modo per andare all’altro mondo. La differenza tra un laico e un cattolico è questa.
Il cattolico pretende che il laico si adegui alle proprie opinioni etiche; il laico invece lascia a chiunque, anche al cattolico, la libertà di agire come gli pare, purché non commetta reati. Amen.Vittorio Feltri
Caro Campari, l’organizzazione di una comunità non può permettersi il lusso dell’assoluta libertà dei propri componenti. Una comunità si forma su principi morali, religiosi, economici, estetici che presuppongono delle regole da rispettare per evitare che l’organizzazione frani. La richiesta di libertà diverrebbe un’incontrollata anarchia: per questo, l’organizzazione statale ha il compito di normare situazioni e comportamenti. Esempi a parte che potrebbero sembrare paradossali, non è paradossale il fatto che uno Stato stabilisca per legge l’istruzione obbligatoria, pensando che questo sia un segno di civiltà.
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