Tripoli - La Libia è pronta a scarcerare le infermiere bulgare condannate a morte a condizione che le famiglie delle vittime dell'Aids siano risarcite con l'aiuto dei Paesi, soprattutto europei, che ne reclamano la liberazione. È quanto ha affermato in una intervista pubblicata dal quotidiano bulgaro 24 Tchassa, Seif el-Islam, primogenito del leader libico Moammar Gheddafi. Seif el-Islam ha anche chiesto la liberazione di un ufficiale libico condannato all'ergastolo in Gran Bretagna per l'attentato di Lockerbie del 1988.
Nessuna esecuzione Seif el-Islam ha assicurato che le cinque infermiere e il medico palestinese condannati alla pena capitale con l'accusa di aver inoculato il virus dell'Aids a più di 400 bambini di un ospedale di Bengasi, non saranno giustiziati. "Non ci sarà nessuna esecuzione. La Libia non è l'Iraq", ha detto alludendo all'esecuzione dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein. "Abbiamo proposto una 'road map' con una soluzione per tutte le parti: i genitori, il governo libico, la Bulgaria e l'Ue", ha dichiarato, aggiungendo di aver presentato il piano ai ministri degli Esteri tedesco e francese. "Si tratta di risarcire generosamente le famiglie delle vittime", ha precisato Seif el-Islam affermando di essere stato incaricato di lavorare su questo piano dal padre e dalle famiglie dei bambini malati.
Il no di Gheddafi "Mio padre vuole che sia trovata una soluzione definitiva. Anche lui è contrario all'esecuzione. Non siamo brutali come questo governo iracheno", ha dichiarato ancora Seif el-Islam. Il primogenito di Gheddafi ha sottolineato "l'importanza di stabilire un dialogo fra le famiglie e i rappresentanti europei. Si ha l'impressione - ha aggiunto - che il mondo si interessi solo alla sorte delle infermiere e che nessuno rispetti i diritti dei bambini contaminati e delle loro famiglie. Una particolare attenzione verso di loro da parte dell'Europa aiuterebbe molto", ha spiegato.
Seif el-Islam ha anche sottolineato che per Tripoli l'ufficiale libico Abdel Basset Ali al-Megrahi, condannato all'ergastolo nel gennaio 2001 per l'attentato di Lockerbie, "è innocente". "Come voi avete il diritto di chiedere il ritorno delle vostre infermiere, noi abbiamo il diritto di insistere per il ritorno di al-Megrahi in Libia", ha dichiarato, precisando che «non si tratta di uno scambio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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