L'Italia segua l'Europa anche in tema di tasse

di Gian Primo Quagliano*

In questi primi mesi del 2013 il nostro mercato delle auto usate comincia a dare segnali di risveglio. Gli italiani, nonostante le persecuzioni del Fisco e i morsi della crisi, continuano ad amare l'auto e, in attesa di tempi migliori, riscoprono il mercato dell'usato. Oggi, tra l'altro, comprare un'auto usata è molto meno rischioso di una volta perché, se chi vende è un commerciante, deve essere fornita obbligatoriamente una garanzia. I prezzi che si possono spuntare in questo periodo sono poi particolarmente convenienti e sul mercato si può trovare di tutto e di più: dal cosiddetto usato con «chilometri zero», che in pratica è un'auto nuova, a vetture storiche in grado di fare la felicità dei collezionisti, ma anche di marciare sulla strada beneficiando di agevolazioni sul bollo e sull'assicurazione.
Ma quali auto scegliere? Naturalmente bisogna tenere conto di quanto si vuole (o si può) spendere e delle proprie esigenze. È interessante, però, sapere quali sono le auto che vengono offerte ai prezzi più convenienti. Il Centro Studi Promotor ha fatto una rilevazione sui concessionari sulle quotazioni dei diversi tipi di vetture. Così scopriamo che le quotazioni, oggi, sono migliori per le auto grandi che per le piccole.
Un'auto usata di dimensioni importanti, a parità di età costa ovviamente di più di una city-car, ma la svalutazione che ha subito rispetto al prezzo del nuovo è molto più forte. Molto interessanti sono anche le quotazioni delle sportive e, quindi, se qualcuno vuol togliersi questa voglia, oggi può farlo a condizioni molto migliori di qualche anno fa. Dalla rilevazione di cui abbiamo detto, emerge anche un altro dato importante. È in aumento il numero di persone che cambiano il loro usato comprando un usato più giovane. È una prassi virtuosa che consente di sfruttare al meglio il parco circolante in quanto si modella sulla capacità di spesa degli automobilisti ed è anche una prassi più diffusa in altri paesi che in Italia.
Nel nostro Paese non lo è essenzialmente per una ragione: da noi il passaggio di proprietà di un'automobile è gravato da imposte astronomiche, mentre negli altri Paesi europei o non si paga nulla o vi è un balzello puramente simbolico.

Per «entrare in Europa» (come qualcuno ci diceva, dimenticando che l'Europa è nata a Roma e ad Atene) la nostra economia è cresciuta poco negli anni Novanta, per restare in Europa siamo cresciuti ancora meno anche nel primo decennio di questo secolo; e ora, per seguire le indicazioni di politica economica dell'Europa, stiamo affrontando una crisi decisamente severa. Non potremmo seguire l'Europa anche in materia di tasse sulle auto usate?
*Centro Studi Promotor

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