«Lusi si dimetta, io rinuncio a favore di Brunella Ricci»

«Lusi si dimetta, io rinuncio  a favore di Brunella Ricci»

È terremoto nel Pd dopo il «fondo» di ieri di Massimiliano Lussana su queste pagine, dedicato dal Giornale ai parcadutati e alla vicenda-Lusi, il senatore, tesoriere della Margherita, eletto in Liguria nelle liste del Partito democratico, che ha ammesso di aver sottratto 13 milioni di euro alle casse del partito. Punta di un iceberg di parlamentari eletti in Liguria e poi scappati altrove, che hanno tolto spazio a ottimi senatori e deputati, come lo sarebbe stato Lorenzo Forcieri, l’«amerikano» del governo Prodi, sottosegretario alla Difesa (quasi) mai ideologico.
«Chiedo le dimissioni di Luigi Lusi da senatore, ma mi impegno pubblicamente a non subentrargli al Senato e lasciare il seggio a Brunella Ricci»: lo scrive, sulla sua bacheca di Facebook, Stefano Fassina, responsabile economico del Pd. Un’opportunità, comunque, quella per la ligure Brunella Ricci, che ha tutte le caratteristiche di rivelarsi una chimera, in quanto Lusi ha già detto e ripetuto più volte di non avere nessuna intenzione di lasciare il cadreghino di Palazzo Madama in cui si trova comodamente seduto. È ancora Fassina a spiegare: «Sono in conflitto di interessi a chiedere le dimissioni da senatore di Lusi. Gli subentrerei in Senato in quanto primo dei non eletti in Liguria. Ma di fronte a una vicenda inaccettabile, non è possibile tacere per chi ha responsabilità politiche. Brunella Ricci, di Imperia, è la prima dei non eletti dopo di me nella lista. Donna e ligure - prosegue Fassina, appoggiato anche dal deputato Mario Tullo -. Un piccolo risarcimento agli elettori liguri del Pd, alle migliaia di uomini e donne che con grandi sacrifici hanno fatto campagna elettorale per noi nel 2008. Ma, il senatore Lusi - ammette finalmente l’esperto di economia del Pd - non intende dimettersi. Speriamo, nonostante tutto, in un ripensamento, per dignità e senso di responsabilità».

A puro titolo di cronaca - visto l’attaccamento, sicuramente di natura affettiva, di Lusi all’incarico - è utile richiamare la procedura che porta alle dimissioni da senatore: dopo la comunicazione dell’interessato, è innanzi tutto la conferenza dei capigruppo a decidere quando le dimissioni saranno votate. A quel punto, si pronuncia l’aula che può accogliere o respingere l’istanza. Votata a scrutinio segreto.

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