da Roma
Da dove partire, dallorgasmo multiplo delle 15,05 che li vedeva raggianti per aver stracciato tutti, non solo gli avversari ma anche gli «amici» della Quercia, o dal gelo delle 20,15 che li ha ammutoliti in blocco sulla proiezione che dava la Cdl in vantaggio di 5 senatori sullUnione, e poi 7 e poi ancora più su, contrordine amici e compagni, abbiamo perso? Nel palazzotto della Margherita ingombro di giornalisti, telecamere e big, pizzette e tramezzini hanno smesso di servirli alle 18, quando era ormai chiaro che Francesco Rutelli si sarebbe visto col binocolo. «Va prima ai Santi Apostoli da Prodi, poi viene qui», promettevano i suoi. Con laggravante che, essendo anchessi un po integralisti, non cera vino per gli ospiti, ma soltanto aranciate e coca, terminate anchesse anzitempo e non più rimpiazzate. Niente, tutti a casa e lultimo spenga la luce. La festa è rinviata, forse allalba se il destino vorrà divertirsi con altri colpi di scena, o forse tra cinque anni.
Allora di cena han rispedito Paolo Gentiloni nel salone semideserto, dopo che alle 18 aveva tranquillizzato: «Nessuna preoccupazione sul risultato finale. Sarà una vittoria di misura. E le partite più complicate si vincono con più soddisfazione». Alle 21 la «soddisfazione» sè fatta siderea, Gentiloni ha bofonchiato che i dati «sono ballerini», ma la Margherita nutre ancora la speranza che «gli italiani abbiano dato la fiducia al centrosinistra». Rutelli ovviamente, non sera ancora visto né sentito. E non sè fatto rivedere Franco Marini, che alle 17 - pizzette e analcolici venivano ancora sollecitamente rimpiazzati - passava frenetico da una telecamera allaltra, spiegando che «se siamo al 12%, e dico se più per scaramanzia, è un risultato positivo, il segno di una operazione riuscita». Già, la Margherita «è una bambina che sta dimostrando una energia e una vivacità sorprendenti», e con quella «ventina di senatori in più» promessi dagli exit poll, «si può governare bene», spiegava il vecchio lupo marsicano.
A fornire il barometro della giornata meglio di tutti, ha provveduto mirabilmente Pierluigi Castagnetti, il più ciarliero e indefesso del gruppo dirigente. Ore 16,15: «È finita la stagione di Berlusconi e del berlusconismo, lItalia riparte». Ore 17,20: «Mi pare si possa parlare di un trend positivo, di una vittoria netta per il centrosinistra, cè una vittoria di una misura sorprendente che supera anche le nostre aspettative». Ore 17,35: «Le tante tv straniere che sono qui e non a Via dellUmiltà, dimostrano che questo risultato era largamente atteso anche dagli altri Paesi». Ore 18,45: «I dati degli exit poll restano ancora i migliori, più attendibili della proiezione Nexus e dei numeri del Quirinale». Ore 19: «Tutti i dati concordano, ci danno una vittoria netta. Anche le proiezioni, pur se con una forchetta ridotta». Ore 19,15: «Al Senato la distribuzione del premio di maggioranza su base regionale sta riducendo il vantaggio, ma non cè dubbio che lUnione è in vantaggio. La maggioranza ha voluto voltare pagina». Poi, più niente. Anche Castagnetti ha finalmente scelto il silenzio.
Ma che dire della Margherita torinese, che alle 15,01 aveva già affisso i manifesti celebrativi, «La Margherita ringrazia tutti gli italiani...
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