Il Mart, a due anni e mezzo dallapertura della nuova sede di Rovereto, vanta 38 esposizioni e un ricco programma di mostre ed eventi di carattere interdisciplinare. Per lautunno e linverno sono previste due rassegne interessanti e originali. Ne parliamo con la direttrice Gabriella Belli.
Come è nata lidea della mostra sulla collezione Phillips di Washington?
«La rassegna segue un percorso iniziato lanno scorso con lesposizione di Mirò, rivolto ai grandi protagonisti dellarte moderna e contemporanea, riletti attraverso le scelte di importanti collezionisti privati. La collezione Phillips sarà presentata mettendo laccento sulle scelte che il grande collezionista americano fece a partire dai secondi anni Dieci del secolo scorso. Il Mart, museo nato con il contributo di molte collezioni private, è particolarmente interessato a ripercorrere la storia del gusto e del formarsi delle collezioni».
E «La danza delle Avanguardie», che si inaugura a dicembre, come è nata?
«Ogni anno il Mart nella sua programmazione ha inserito una grande mostra di ricerca su tematiche strettamente legate alla sua identità. È il caso di questa, che ha come focus il contributo dato dalle avanguardie storiche cubismo, futurismo ed espressionismo al mondo del teatro».
Il tema è nuovo e non certo facile. Quanto tempo è occorso per realizzarla?
«Tre anni di lavoro e di ricerca. Il tema, è vero, non è facile, ma è centrale per chi si occupa della storia dellarte del XX secolo. Sempre più la ricerca ci indica nei rapporti e negli scambi tra le varie discipline la strada da percorrere per approfondire la nostra conoscenza. In Italia sarà la prima volta che si mostreranno questi intrecci così stretti e proficui fra il mondo del teatro di danza e quello dellarte. Per la prima volta si potrà infatti ripercorrere la storia anche biografica di personaggi come Sergei Diaghilev e Rolf de Maré, gli impresari dei balletti russi e dei balletti svedesi, e quella dei grandi artisti che ruotarono attorno alle loro straordinarie attività».
Quale è la difficoltà maggiore nellorganizzare tali eventi?
«Garantire lalta qualità dei progetti e insieme il divertimento».
Le soddisfazioni?
«Fino a oggi molte. Il numero dei visitatori è in crescita ed è in crescita il ruolo del Museo nellambito delle relazioni nazionali ed internazionali. Ma molto cè da fare per continuare su questa strada».
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