McCain, convention scossa dall'uragano Palin

Gustav obbliga i repubblicani a cominciare con una sessione abbreviata. La vice di McCain conferma: la figlia 17enne è incinta (guarda il video). Corteo pacifista contro la guerra in Irak

McCain, convention 
scossa dall'uragano Palin

Saint Paul - Capelli biondi arruffati, a petto nudo, sulla schiena e sul torace il segno visibile di manganellate, il gomito insanguinato, le mani dietro la schiena in manette di plastica, i pantaloni stracciati, le lacrime agli occhi sbarrati di paura. È finita con cento arresti, e il centro di St. Paul pattugliato dai soldati della Guardia Nazionale del Minnesota. Sembra tutto tranne che una festa la convention del partito repubblicano, cominciata questa notte con una sessione abbreviata, priva di alcun contenuto politico, in attesa del bilancio del passaggio dell’uragano Gustav in Louisiana.

Una convention in sordina "Ci togliamo la divisa da repubblicani oggi, e indossiamo quella di americani", ha detto Cindy McCain, aspirante first lady, moglie del candidato repubblicano John McCain. È intervenuta di fronte ai delegati del partito insieme all’attuale first lady, Laura Bush. La convention ha cominciato i lavori al riparo dietro le transenne che i pacifisti, circa 10mila, hanno a tutti i costi cercato di violare. Hanno trovato ad attenderli migliaia di agenti di polizia, in bicicletta, a cavallo, in tenuta antisommossa e in divisa mimetica. Ma le deviazioni dal percorso autorizzato per la protesta di piccoli gruppi di manifestanti hanno trasformato il centro di St. Paul in un alveare di sirene spiegate. Agli occhi insieme preoccupati e divertiti dei ranger dello Stato, incerti sulla maniera di affrontare i manifestanti, facevano da contrappeso gli occhiali scuri delle teste di cuoio, che non hanno esitato a far volare lacrimogeni, spray al pepe e manganellate.

Il corte contro la guerra in Iraq Il corteo contro la guerra in Iraq, il primo dei motivi della protesta, nel palazzo della convention, è passato inosservato o quasi. All’ordine del giorno ci sono ben altre grane, l’uragano che ha mandato all’aria il programma del congresso e la vita privata della governatrice dell’Alaska. La decisione di rinunciare a una giornata della convention è in verità una decisione politica, e in linea con il carattere di McCain che si presenta agli elettori con l’orgoglio di mettere il Paese prima del proprio interesse, anche se si tratta della campagna elettorale: i repubblicani non potevano festeggiare proprio mentre in Louisiana rischiava di ripetersi una catastrofe simile all’alluvione di New Orleans, tre anni fa.

L'uragano Sarah Palin L’uragano alla fine è passato senza lasciare vittime nella città del jazz, ma nel bel mezzo della tempesta a St. Paul covava un’altra bufera: Sarah Palin, giovane governatrice dell’Alaska, da pochi giorni candidata alla vice-presidenza, ha confermato che la figlia diciassettenne è incinta di cinque mesi e si prepara a sposare il compagno di classe, liceale come lei. Che peso avrà l’ammissione nel giudizio degli elettori? Cosa sapeva McCain e quando l’ha saputo? Per quanto il gossip sulla governatrice dominerà il dibattito politico, offuscando la campagna repubblicana? Sono le risposte che gli addetti ai lavori cercheranno nei prossimi tre giorni di convention. Ma certamente la kermesse repubblicana non comincia nel modo migliore. Palin, beniamina dell’ultradestra religiosa del partito, antiabortista, convinta che nelle scuole debba essere insegnata l’astinenza come unico legittimo metodo anticoncezionale, è stata scelta per corteggiare l’elettorato della Bible Belt, lo zoccolo duro che ha consentito ai repubblicani di eleggere Bush per due mandati. I media sembrano avere trovato una nuova vena, con Palin. Non c’è solo la sorpresa della gravidanza della figlia, ma affiorano giorno dopo giorno dettagli gustosi, piccoli scandali, gaffe, ipocrisie.

La scelta di McCain Perché mai McCain ha scelto un vice così rischioso? I repubblicani fanno quadrato e smentiscono che ci siano voci di un ritiro della candidatura di Palin. Smentiscono perchè le voci, seppure assolutamente non confermate, ci sono. Nell’atrio dell’Xcel Energy Center, tuttavia, non si vedono sorrisi. Non c’è l’entusiasmo che animava la convention democratica di Denver. Ma il buon umore potrebbe tornare oggi, con i primi interventi politici. Per il momento il programma non c’è, neppure l’ora in cui la convention tornerà in seduta.

Ci sarà spazio per il keynote dell’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, un atto d’accusa feroce contro Barack Obama? I repubblicani non l’hanno ancora deciso e resta ancora l’incognita della partecipazione alla convention dello stesso McCain. Con il sereno sui cieli della Lousiana tuttavia è prevedibile che il candidato repubblicano voli di nuovo a St. Paul.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica