Meno insegnanti ma più pagati e meglio preparati

Meno insegnanti ma più pagati e meglio preparati

Cade il 5 ottobre, come ogni anno, la Giornata mondiale dell’insegnante, celebrata per iniziativa dell’Unesco in oltre 100 Paesi. In Italia il drastico calo operato sugli organici per l’anno scolastico appena iniziato - 42mila insegnanti in meno, per cui, solo grazie ai 32mila pensionamenti, tra i 10 e i 15mila insegnanti precari non hanno avuto l'incarico , altrimenti sarebbero stati di più - ha riportato al centro dell’attenzione questa figura, così presente nell’esperienza e nella vita di tutti i giorni di bambini, ragazzi e giovani e delle loro famiglie e al tempo stesso così discussa e messa in discussione. Il programma di ridimensionamento del corpo docente - si prevede una contrazione complessiva, grazie alla reintroduzione del maestro unico e all’aumento degli alunni per classe nelle scuole di tutti gli ordini - porterà nel giro di due anni al taglio di ulteriori 90mila posti in organico. Certo, messa in questi termini, sembra solo una questione di posti di lavoro che si tagliano e di riduzione della spesa pubblica per la scuola visto che è programmato solo un reivestimento parziale delle risorse risparmiate nel settore dell’istruzione. Ma il discorso è di più ampio respiro: dietro il balzo che il nostro Paese ha fatto nei vent’anni che vanno dal 1948 al 1968 ci stanno generazioni di insegnanti, espressione della miglior borghesia italiana, che hanno formato le coscienze dei giovani di allora. Credo sia il tempo e l’ora di aprire un serio dibattito sui docenti, circa 800mila oggi, del cui operato tutti discutono, dal Consiglio dei Ministri in giù, quasi sempre fra generalizzazioni, banalità, luoghi comuni e pregiudizi.

Sarebbe bene che sull’importanza degli insegnanti - ne ha riferito con attenzione e sagacia nella sua Relazione 2008 persino il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi - per la crescita economica e culturale del Paese si aprisse un franco dibattito fra cittadini e forze sociali improntato da quello spirito intenzionalmente costruttivo, sempre più latitante nel nostro Paese.
Mestre

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