Mettiamo in valigia anche il buonsenso

Mettiamo in valigia anche il buonsenso

di Luigi Cucchi

Cerchiamo di volerci bene, anche quando stiamo per programmare le nostre vacanze. Ricordiamoci che il nostro corpo e la nostra psiche hanno bisogno di riposo. Le vacanze ad alto tasso di emozioni rischiano di essere stressanti, possono andar bene per i giovanissimi, ma non per le persone mature. Attività sportive esasperate sono da evitare se il nostro fisico non è allenato. Cerchiamo inoltre di frequentare persone con le quali vi è una affinità elettiva. Un pescatore può gratificarci con la sua saggezza e i suoi silenzi. Una persona arrogante, presuntuosa e limitata non va frequentata, soprattutto in vacanza. Un buon libro è sempre più interessante di un conoscente noioso. Prima di un lungo viaggio riflettiamo su ciò che veramente desideriamo.
«Mettiamo in valigia tanto buon senso», ricorda Aldo Morrone, direttore dell’azienda ospedaliera romana San Camillo Forlanini, al convegno «La salute dei viaggiatori, cosa fare per non ammalarsi in vacanza». «Per evitare spiacevoli inconvenienti o, peggio ancora, brutte malattie è necessario - ha spiegato Morrone - informarsi su tutte le profilassi da eseguire prima del viaggio, sui farmaci da portare con sé e su alimenti e bevande che sarebbe bene evitare, soprattutto quando si vogliono esplorare zone esotiche e Paesi in via di sviluppo dove i servizi sanitari non sempre sono validi come quelli occidentali».
L’estate è un’opportunità per conoscere altri luoghi, realtà, culture. Ma è bene che tutto ciò avvenga nella sicurezza della propria salute e che il viaggio non lasci nessun danno nel nostro corpo e nella nostra psiche.
Secondo Mauro Calvani, pediatra del San Camillo, la salute dei bambini in viaggio va curata attraverso prevenzione, vaccinazioni, chemioprofilassi. «Quattro-sei settimane prima di un viaggio medio-lungo, ci si deve rivolgere al pediatra che, in base alla destinazione, può indicare eventuali controindicazioni, soprattutto quando si vogliono visitare Paesi africani, del Sud America o dell’Asia. Vi sono condizioni proibitive per unn bambino di pochi anni anche negli Stati Uniti se la destinazione è il Colorado, a 3.000 metri di altitudine. In molti Paesi è elevato il rischio contagio di malattie infettive come l’epatite A, la febbre gialla o la malaria, per le quali non esiste un vaccino e bisogna iniziare l’assunzione di farmaci specifici 3-4 settimane prima della partenza. Occorre, inoltre, fare attenzione all’acqua che si beve, spesso responsabile di problemi di dissenteria. Anche il cibo va controllato: si devono preferire alimenti cotti, sigillati, non cucinati sul posto.
Prima della partenza è opportuno per l’anziano sottoporsi a una visita geriatrica per stilare un programma preventivo personalizzato.

Se si sta seguendo una terapia antipertensiva a base di diuretici occorre fare attenzione. Quando l’anziano ha un’insufficienza venosa agli arti inferiori, è consigliabile un tipo di calza che si compra in farmacia con la prescrizione del medico.

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