Il microtanga di Belén è già diventato un culto E la lingua dei ballerini batte dove il dente non duole

PAROLACCIA
Concluso il festival del «vadavialorgano». Saltate le marcature, utilizzato il telepass per l’autostrada dello sconcio, tutti in coda per farsi riconoscere, un «..zz» non si nega a nessuno. Luca e Paolo hanno aperto le danze, Celentano ci ha messo il suo, i Soliti Idioti hanno usato il freno a mano ma in discesa. La parola volgare non è stata, comunque, il problema; semmai, il compiacimento nel pronunciarla, la voglia di sparlare e non di parlare, perché ormai tutti si sentono tutelati, protetti ideologicamente e sindacalmente, scambiano la libertà per indisciplina, usano un linguaggio comune ma scostumato, parlano di censura ma non ne conoscono l’effettivo significato e conseguenza, gozzovigliano tra Mediaset e Rai, laddove il precariato è fisso. Asterischi, roba piccola, tra qualche anno chi parlerà e scriverà di costoro?
Voto: 1
LE TRE EMME
C’erano una volta, nei favolosi anni Sessanta, le tre emme della rivoluzione: Mao-Marx-Marcuse. Sanremo ha rivisto e corretto i poster, la nuova triade si riferisce a Mazza-Mazzi-Morandi. L’ultima conferenza stampa, prima della finale di ieri sera, ha offerto lacrime e nostalgie, momenti di romanticume e di rabbia infantile, Mazzi ha annunciato di aver chiuso la valigia, il festival più non gli apparterrà, le idee si sono esaurite e poi la Rai nulla ha fatto e nulla ha detto per ringraziarlo. Mazza, con la «a», non ha fatto lo stesso annuncio, anzi, in onore al programma cult dell’azienda, non lascia ma raddoppia, resta saldo al suo posto da direttore impiegato dello Stato, a spese nostre; dopo aver fatto la foca su idea di Papaleo ha fatto il pesce in barile dinanzi, anzi di fianco, alle richieste di scuse e di ringraziamento di Mazzi. Morandi, infine, stremato, era Calimero, piccolo e nero sul serio, perché la Rai ha fatto la ruota del pavone e si è presa l’onore di avere invitato Celentano mentre la verità è un’altra, gli artefici dello scoop sono stati loro, Mazzi e Morandi per l’appunto. Cortile nostrano.
Voto: 3
MICROTANGA
La Shibue Couture di Huntington Beach ha visto triplicare le richieste dal mercato italiano. Trattasi della micromutanda indossata da Belén al di là della farfallina tatuata. Il modello si chiama «strapless panty» pronunciato così deve averlo inventato un milanese maniaco, sarebbe strappale il pantalone. La creazione permette alle signore e signorine di indossare qualsiasi abito senza che si notino, in trasparenza, lo slip e il reggiseno, il costo del kit è di 38 dollari. Sanremo può servire ad alzare il pil.
Voto: 10
SLINGUATA
Introduzione con «All you need is love» dei Beatles e che ti spuntano sul palcoscenico? Un manipolo di coppie che si slinguano, in primo piano, roba dura, giro della morte, grandi effusioni, idea di Daniel Ezralow, coreografo statunitense, addobbato con divisa militare che forse non ha indossato mai. Bandiere della pace a cingere corpi di ballerini, con sdraio finale e scritta «LOVE». Roba da matti, roba da Sanremo.
Voto: 1-
IVANA TRASPARENTE
A forza di vedere le altre scosciate anche la ceca Ivana Ivanka si adegua, si butta addosso la prima cosa che le è capitata in camerino, vestita di un velo operato,nel senso buono, tutto trasparente per fare capire e non immaginare il contenuto insieme con il contenitore.


Voto: 8
MEGLIO SARDA CHE MAI
Geppi Cucciari (foto) smonta il Celentano, legge un fantasioso contratto del molleggiato, lo riduce a macchietta ieratica, lo sfotte il giusto e Morandi di fianco avvampa nelle gote, è una statua di cerone, cerca di sorridere ma è risata a denti stretti come una rubrica della «Settimana Enigmistica».
Voto: 9

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