«È successo come nel passaggio dalla lira all'euro: bisognava cambiare e sacrificare qualcosa. In questo caso siamo stati sacrificati noi direttori». Non c'è rabbia, ma tanta amarezza nelle parole dell'ex direttrice della Pinacoteca Sandrina Bandera, il giorno dopo la nomina del suo successore James Bradburne.
«Ho cercato di dare una visione del museo come qualcosa che non debba restare sempre fermo, come si pensava fino ad allora - spiega l'ex sovrintendente -. È stato molto faticoso farlo capire a tutti: superiori, colleghi e personale. Ma penso di esserci riuscita. Ho portato a Brera tantissime mostre dopo anni in cui non si era fatto nulla. Un lavoro sudato, fatto con comitati scientifici internazionali. Ma ho valorizzato quello che avevamo, con il rifacimento della sala dei Veneti, un nuovo allestimento attorno al Mantegna, la nuova illuminazione a led nella sala di Raffaello e Piero della Francesca».
Rimpianti? «Mi ha pesato il fatto di avere molte idee - a Milano l'offerta museale della concorrenza è altissima, quindi sei obbligato ad averne - che
a causa della scarsa autonomia non ho potuto realizzare». Perché «un museo moderno ha bisogno di luoghi dove organizzare concerti, letture, conferenze. Oltre che di una caffetteria e di uno spazio per giochi dei bambini».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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