Mostri sacri e cantautori Altra musica al Blue Note

Sembra ieri ma sono già passati dieci anni da quando il club Blue Note ha aperto le porte candidandosi come un faro del jazz milanese ma non solo. D'accordo la programmazione a volte è variegata, ci sono stati artisti come Patty Pravo o Shel Shapiro che hanno poco a che vedere col jazz ma che fanno comunque «evento». E poi bisogna far quadrare i conti e di questi tempi - dove anche i concerti i pop sono in crisi - bisogna fare i salti mortali per coniugare qualità e quantità.
Per il pubblico degli aficionados del jazz il Blue Note da oggi propone un nuovo servizio, le tessere «Membership Club» che consentono ingressi gratuiti o scontati ad alcuni spettacoli, e la possibilità di accedere alle serate senza coda e prenotando il proprio tavolo. Quest'anno per gli appasionati di jazz la partenza è stata bruciante con lo show di una leggenda (per una volta termine non abusato) come il sassofonista tenore Benny Golson, già con i Jazz Messengers di Art Blakey, con mille storiche formazioni e compsitore di celeberrimi brani come I Remember Clifford dedicata all'altrettanto glorioso trombettista Clifford Brown. Solido jazz con venature blues e rhythm and blues ha proposto anche il batterista Ginger Baker (alfiere del jazz inglese che i rockettari ricorderanno nei Cream con Eric Clapton e Jack Bruce) alla guida dei Jazz Confusion con il sax di Pee Wee ELlis in uno spettacolo indiavolato e coinvolgente.
Chi ha perso questi concerti potrà rifarsi questa sera con il James carter Trio. Carter è un polistrumentista di Detroit (prevalentemente suona il sax baritono) che ha collaborato con grandi nomi dell'avanguardia come Lester Bowie, Julius Hemphill, World Saxophone Quartet, che presenta un funky jazz in cui il sax rincorre le sonorità dell'organo Hammond sul modello dei piccoli gruppi di Gene Ammons e Stanley Turrentine. Venerdì 21 e sabato 22 quattro spettacoli (due a sera com'è tradizione del club) con i raffinati suoni lounge di Nicola Conte e domenica e la settimana successiva, dal 27 al 29, sei spettacoli con la pirotecnica voce di Sarah Jane Morris che, come ogni stagione, ad ogni apparizione con il suo charme e la sua vitalità garantisce il tutto esaurito. Per gli appassionati di swing, suoni old fashioned e dintorni domenica 30 concerto delle Sorelle Marinetti insieme al Quartetto Orchestra Manisclachi.
(Per i non jazzofili, non se ne abbiano a male, il 21 tributo ai Pink Floyd con Big one, il 26 tributo ai Genesis con Get'em Out e il 25 i Dirotta su Cuba).
Ci vuole coraggio ad eseguire la musica di Duke Ellington. Eppure la Duke Ellington Orchestra (al Blue Note martedì 2 ottobre) è una delle orchestre più accreditate e importanti nel proporre l'irripetibile repertorio del Duca spaziando da It Don't Mea a Thing (If It Ain't Got That Swing) a Mood Indigo passando per composizioni complesse come Liberian Suite o Black Brown and Beige. Il 4 e 5 ottobre super-incontro tra jazz, rock e blues (fusion di lusso) con la chitarra di Scott Henderson, il basso di Jeff Chambers e la batteria di Dennis Chambers. In tre hanno suonato praticamente con tutti! Chambers ha messo le sue bacchette al servizio di Carlos Santana come di John McLaughlin, dei Funkadelic come dei Brecker Brothers; Berlin spazia da Pat Metheny a Van Halen; Henderson ha messo la sua sei corde al servizio di Chick Corea e dello Zawinul Syndicate.

Per gli appassionati di blues inglese non tramonta l'astro di Brian Auger con il suo organo Hammond, accompagnato dai figli alla voce e alla batteria in uno show dai sapori tradizionali ma con un groove trascinante e moderno. Poi tanto pop. Per ritrovare il jazz bisogna aspettare il 23 e 24 con il piano di Michel Camilo.