Pasquetta, in centinaia alla festa dei fiori

Pasquetta, in centinaia alla festa dei fiori

Storcono il naso per presunti aumenti di prezzo, ma anche quest’anno i milanesi si riempiono le case e i balconi di fiori, facendo scorta di gerani, begonie e petunie, bocche di leone e genziane. Chi ieri non si è dedicato alla classica gita fuori porta ha comunque onorato la Pasquetta partecipando a uno degli appuntamenti più attesi e tradizionali della primavera milanese: il mercatino dei fiori di piazza Sant’Angelo.
La scelta è ampia e si estende fino a piazza Repubblica, passando per qualche via «concessa» a merce non floreale, ma per il resto colori e profumi fanno da padrone. Affollando preferibilmente il lato soleggiato della strada e della piazza, sono stati numerosi i cittadini che in tutta la giornata sono passati dal mercatino. Molti inoltre quelli arrivati con la precisa intenzione di acquistare qualche chicca per il terrazzo di casa e dare un tocco di colore alla casa. Parecchi invece quelli che hanno voluto semplicemente fare quattro passi tra le bancarelle, in cerca di novità floreali, consigli e spunti per coltivare il proprio pollice verde.
Tra gli acquisti più quotati, la pianta del limone. Certo, un po’ pesante da trasportare fino a casa, ma di sicuro originale e adatta al clima milanese. «Speriamo di non farla morire anche stavolta - confessa una giovane coppia - Ci siamo fatti consigliare come e quanto bagnarla. È meravigliosa da tenere in terrazza».
Se abbondano i sacchetti pieni di fiori e piante, con cui la gente si allontana dalle vie del mercatino, sono pochi quelli con merce di altra natura: risulta infatti scarso l’interesse dei milanesi per bigiotteria, vestiti, pigiami, utensili per la casa e varia chincaglieria che «contamina» il mercatino verde. Qualcuno cede ad un peccato di gola post-pasquale con una frittella, ma per il resto, come commenta un fiorista fedele all’appuntamento della pasquetta in Piazza sant’Angelo: «con la crisi al resto si rinuncia, ma ad un fiore no, mai. E poi mettono buonumore».
Alla fiera dei fiori hanno partecipato anche tanti fedeli che, usciti da messa, hanno fatto un giro per bancarelle. In tanti sono accorsi alla celebrazione tenuta dal cardinale Angelo Scola alla chiesa di Sant’Angelo. Chi non ha trovato posto all’interno della chiesa ha assistito alla benedizione sul sagrato e, all’uscita di Scola, gli applausi, i saluti e le strette di mano sono state un’infinità.
L’omelia del cardinale e la festa dei fiori quest’anno hanno coinciso con un anniversario importante per la chiesa di Sant’Angelo e per l’odine dei francescani: ricorre infatti il 90esimo anniversario della riapertura del convento. Solo nel 1922 cominciarono infatti i lavori di restauro e di intera ricostruzione ad opera di Giovanni Muzio e il convento, che in passato, con la soppressione napoleonica, venne perfino trasformato in presidio militare, tornò ad essere gestito dai frati.
Nella sua omelia, Scola ha approfondito alcuni concetti che già aveva proposto al suo arrivo a Milano. Il cardinale ha spronato, soprattutto in questo periodo di crisi economica e dei valori, a riscoprire la fede anche nella vita quotidiana. Ricalcando l’insegnamento di pala Giovanni Paolo II, Scola ha ribadito l’importanza della donazione di sé agli altri, della carità e della solidarietà a chi soffre come atti necessari a ritrovare la pace.

Gli stessi principi, insomma, che lo stesso San Francesco, ha incoraggiato a seguire. Le parole di Scola ai fedeli hanno cercato di risvegliare il legame tra la fede e il quotidiano, senza pensare di confinare e vivere la preghiera solo all’interno della chiesa e non fuori.

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