Ragazza 27enne morì soffocata: per quattro medici accusa d'omicidio

Il pm di Milano, Maurizio Ascione, ha chiesto quattro condanne per quattro medici dell'Humanitas e pene fino a 3 anni di reclusione, dopo la morte per soffocamento di una donna di 27 anni. Secondo l'accusa, alla giovane, malata di tumore e ricoverata nel 2009 all'ospedale di Rozzano, non sarebbe stato applicato, nel corso di un intervento chirurgico, un sondino drenante per impedire il blocco dell'apparato respiratorio. Tutti gli imputati rispondono di omicidio colposo. La giovane, A.G., «affetta da neoplasia gastrica», venne operata nell'estate del 2009 con una gastrectomia totale (intervento che prevede la resezione dello stomaco). Stando alle indagini, però, i medici né nel corso dell'operazione né successivamente hanno applicato alla ragazza un sondino naso-digiunale all'altezza dell'esofago che, in questi casi, serve per drenare la bile e gli altri acidi dello stomaco, evitando che si accumulino nell'apparato respiratorio. Dopo l'intervento chirurgico, la ragazza, sempre secondo l'accusa, ha cominciato ad avere forti dolori al torace e difficoltà a respirare. A quel punto, i medici, stando al capo di imputazione, avrebbero effettuato un «trattamento antibiotico inadeguato» e in più avrebbero interpretato male gli esiti di una tac «ritardando diagnosi e terapia».

Dal canto suo, la direzione dell'ospedale precisa che «la paziente ha ricevuto le migliori cure possibili da una équipe di eccellenza chirurgica che ha fronteggiato tempestivamente anche una grave complicanza. Il decesso nulla ha a che fare con il mancato impiego del sondino gastrico».