MISSIONI DI PACE

«Di concerto con le istituzioni internazionali» e tenendo conto «degli sviluppi sul terreno», si può ipotizzare una «ridefinizione ponderata e tempestiva» dei contingenti militari italiani impegnati nelle missioni all’estero. È la conclusione cui è giunto il Consiglio supremo di Difesa, riunitosi ieri al Quirinale sotto la presidenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il Consiglio ha fatto il punto della situazione internazionale, esaminando gli impegni operativi delle Forze armate nei diversi teatri e la possibilità di una loro «ulteriore qualificazione che consenta al nostro Paese di mantenere, anche a fronte di una ridotta disponibilità di risorse finanziarie, il ruolo cruciale che esso attualmente svolge a sostegno della sicurezza e della stabilità internazionale, in risposta a minacce, rischi e responsabilità cui l’Italia non può sottrarsi, ma che deve concorrere ad affrontare anche a tutela dei propri interessi strategici». Le azioni da intraprendere per il post-conflitto in Libia andranno valutate con gli alleati. «Con riferimento alla crisi libica, che riveste particolare interesse per l’Italia, è stato effettuato - si legge nella nota diffusa dal Quirinale - il punto sull’andamento delle operazioni in corso e sulle loro prospettive.

Al riguardo, è stata sottolineata l’opportunità di valutare, insieme agli alleati, le possibili azioni da intraprendere nella situazione post-conflittuale che tende a delinearsi a conclusione della missione in corso su mandato dell’Onu».

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