LAia Il primo appuntamento con la giustizia internazionale è fissato per domani mattina alle 10, allAia: dopo 16 anni di fuga, Ratko Mladic dovrà presentarsi davanti ai giudici del Tribunale internazionale per la ex Jugoslavia (Tpi) per dichiararsi colpevole o innocente degli undici capi di accusa che gli vengono imputati, tra cui crimini di guerra e contro lumanità e genocidio per la guerra di Bosnia.
Lex generale serbo bosniaco, 69 anni, ha trascorso la sua prima notte nella cella del centro penitenziario di Scheveningen, dove sono sotto custodia suoi amici fraterni, come Radovan Karadzic, lideologo delloperazione di pulizia etnica contro i musulmani di Bosnia, e nemici acerrimi, come il generale croato Ante Gotovina, accusato di avere ordito una pulizia etnica contro i serbi.
Lasciando Belgrado, Mladic si è congedato da moglie e figlio chiedendo scusa: «Perdonatemi. Proteggete la famiglia, i nipotini, e mantenete per me il posto accanto alla tomba di Ana» (la figlia suicidatasi nel 1994), avrebbe detto. Mladic avrebbe anche espresso la convinzione che non tornerà vivo nel suo Paese.
Un addio lucido, non dettato da depressione o volontà suicide. Il cancelliere del Tpi, John Hocking, ha «categoricamente» escluso che Mladic sia sotto sorveglianza anti-suicidio e ha riferito che limputato si è dimostrato «molto cooperativo, comunicativo e attento». «Al suo arrivo, ho parlato a lungo con Mladic e non ci sono stati problemi a capirci: la comunicazione è stata molto buona» ha riferito Hocking, smentendo così le affermazioni dei legali di Mladic secondo cui il responsabile delle stragi di Srebrenica e Sarajevo sarebbe ormai un rottame umano incapace di affrontare un processo: «Stiamo provvedendo alla migliore assistenza medica possibile», ha chiarito Hocking.
Il procuratore del Tpi Serge Brammertz non ha saputo prevedere la durata del processo.
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