«Per Milano la moda è troppo importante, non può essere chiusa in un museo. Per questo abbiamo deciso di lavorare su un istituto». Parole del sindaco Letizia Moratti, ieri al convegno Milano&Moda organizzato dalla Fondazione Iulm, dove ha annunciato che il progetto del Museo della Moda ha fatto spazio a quello del Fashion Institute of Milan. Un istituto che diventerà «il simbolo della moda a Milano, perché anche la fisicità ha una sua importanza».
«Un centro attivo di ricerca, analisi, studio», che sorgerà fra tre anni nel quartiere Porta Nuova (evoluzione del progetto della Città della Moda, fra Varesine e Isola). «Un incubatrice per creare nuove imprese, e un laboratorio di formazione universitaria», come lo ha definito il sindaco. Di proprietà del Comune (21 i milioni investiti) il centro sarà gestito dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, che farà da garante e trasferirà qui la parte istituzionale del suo quartier generale. La sede - un palazzo alto 30 metri progettato da Pierluigi Nicolin - è già stata battezzata «cubo». Oltre ai corsi organizzati da Politecnico, Iulm e Cattolica, ospiterà un centro di documentazione, un altro di alta formazione di design, management e comunicazione, la sede dell«Incubatore della Moda», gli showroom temporanei dei giovani stilisti, una sezione di mostre e la sede di un nuovo portale fashion (con gli archivi del Museo Tremelloni).
Insomma non più un luogo «statico», come Vittorio Sgarbi vedeva il museo (il primo «no», infatti, era stato quello dellex assessore), ma un laboratorio che formi i giovani ai vari mestieri della moda: dalle foto agli allestimenti, perché il fashion sistem non vive di soli stilisti.
E il museo voluto dallex sindaco Albertini? «Secondo me resta un progetto importante. Io propongo di crearlo al Castello Sforzesco», rilancia lassessore alle Attività Produttive Moda Tiziana Maiolo. Che aggiunge: «Listituto? Spero non sia troppo accademico, ma diventi un laboratorio vivo, con grandi spazi per creare e laboratori per cucire. Perché uno stilista prima che imprenditore deve essere sarto». Nel «cubo» gli spazi non mancheranno di certo. Le passerelle però non sono previste.
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