Roma - Manifestazioni e arresti: la vigilia dell’apertura delle Olimpiadi di Pechino
è stata segnata da numerose proteste che hanno ricordato le
violazioni dei diritti umani in Cina, prima che si accendano i riflettori
sulla kermesse sportiva. Per il secondo giorno consecutivo
manifestanti americani e britannici sono scesi in piazza anche sulla
Tiananmen, luogo che riporta la memoria al massacro del 1989.
Attivisti americani Quattro attivisti pro-Tibet sono stati arrestati ed altri trascinati e fatti
allontanare dalla polizia cinese. Un piccolo gruppo di attivisti
cristiani Usa aveva inscenato una manifestazione a favore della
libertà religiosa in Cina è stato allontanato con la forza.
Arrestati 300 tibetani In Nepal, dopo l’arresto di circa 300 tibetani che protestavano
pacificamente contro l’occupazione cinese della regione, altri
duemila manifestanti si sono di nuovo riuniti nei sobborghi di
Katmandu, insieme ai sostenitori nepalesi e ad un gruppo di
monache con i caratteristici abiti color porpora. "Stop al genocidio culturale", "Aiutaci a proteggere il buddismo in
Tibet", queste alcune scritte sulle magliette dei manifestanti portati via dalla polizia.
Nel cuore di New Dehli, presidiati da polizia e forze paramilitari, un
migliaio di tibetani e loro sostenitori hanno manifestato contro il
governo di Pechino.
Francia A Parigi una ventina di manifestanti pro-Tibet ha fatto irruzione in
una filiale dell’Ups, sponsor delle Olimpiadi, per contestare il
sostegno a quelli che hanno definito come i "vergognosi Giochi" da
parte del colosso Usa delle spedizioni.
La polizia francese ha deciso di vietare le manifestazioni fuori
dall’ambasciata cinese.
Al presidente cinese Hu Jintao è arrivato anche l’appello di 127
atleti, di cui una quarantina presenti a Pechino per i Giochi (e
un’italiana, Antonietta Di Martino), che lo hanno invitato a trovare
una soluzione pacifica al problema del Tibet, rispettando la sua
cultura e tradizione e a migliorare la situazione dei diritti umani in
Cina.
Proteste nel mondo Le proteste si sono tenute anche in Portogallo, in Svizzera, in
Norvegia, a Londra ed in Canada e numrose altre sono in
programma in coincidenza con la cerimonia inaugurale dei Giochi.
La denuncia di Reporter senza frontiere "La situazione dei diritti umani in
Cina sta peggiorando giorno per giorno". Lo hanno denunciato "Reporter senza frontiere" e alcune associazioni per il Tibet libero.
Dal 10 marzo al 27 luglio - secondo quanto riferiscono
l’associazioni - sono state registrate rivolte in 76 centri in Tibet, in
diverse altre regioni orientali e nella mongolia meridionale. Più di trecento persone sono morte in seguito a torture, sevizie, fame o
uccisi dalla polizia a cui bisogna aggiungere migliaia di arrestati. "In Tibet - ha proseguito l’associazione - vi sono almeno 24 Laogai dove i tibetani vengono detenuti, costretti al lavoro forzato e
spesso uccisi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.