Un motorino inguaia Sarkozy

da Parigi

È di nuovo bufera su Nicolas Sarkozy, l'inflessibile ministro dell'Interno francese, candidato della destra alle presidenziali del 22 aprile: l'aspirante erede di Jacques Chirac è finito sotto accusa perché le forze dell'ordine hanno usato il test del Dna per individuare nientemeno che gli autori del semplice furto del motorino del figlio adolescente di Sarkozy. I detrattori storici del ministro non hanno perso l’occasione di denunciare l'anomalia di un simile metodo investigativo, del tutto insolito e persino esagerato per un furto così banale. Sarkozy, a Londra per colloqui con il premier britannico Tony Blair, sulle prime sembra aver scelto la linea del silenzio. Ma ad attizzare il calderone delle polemiche ha però provveduto la Action-Police Cftc, un piccolo sindacato di settore, che ha sollecitato un'inchiesta parlamentare sulla vicenda delle costose analisi di laboratorio profuse per il motorino rubato del figlio del ministro. Un portavoce della polizia nazionale, Patrick Hamon, ha invece difeso l'approccio investigativo adottato sottolineando che è stato seguito il «metodo classico», quello ormai comunemente applicato nelle inchieste penali.

Il premier Dominique de Villepin, acerrimo rivale del ministro dell'Interno ha invece difeso a spada tratta il collega. «Sono polemiche sterili - ha tagliato corto - e le polemiche sterili sono come un boomerang: lo si lancia e poi ti torna indietro, arrivandoti dritto in faccia».

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