La mozzarella...

Caro direttore,
ho letto l’articolo riguardante l’indennità parlamentari per fine «mandato». Mi stupisce e mi fa tremendamente arrabbiare leggere queste notizie, che molte volte vengono date «sotto banco».
Certo in un periodo di enorme crisi economica, un periodo in cui si richiedono enormi sacrifici e la pagnotta si deve dividere a mille pezzi per poter andare avanti, fa male sapere che c’è chi s’arricchisce alla faccia dei poveretti, alla faccia di chi giorno dopo giorno deve lottare per andare avanti e cercare con il suo lavoro di far progredire e dare una immagine alla società civile e lavorativa con notevoli sforzi.
Fa ancor più male, poi, vedere che dei «poveracci» solo perché sono stati seduti a scaldare i banchi parlamentari (fortunatamente non tutti), non solo percepiscono stipendi che nessun povero lavoratore ha mai visto nell'arco della sua vita lavorativa, ma percepiscono anche una pensione... solo perché sono stati seduti su quei banchi a leggere il giornale, a rispondere al telefonino, a fare bagarre e votare, molte volte senza neppure sapere che cosa votavano.
Proviamo a rivedere il tutto... Se realmente sono mossi da vero interesse nei confronti degli italiani, se è vero che i sacrifici per far rinascere l’Italia vanno fatti, perché non cerchiamo di far rientrare anche loro in questa stretta di cinghia? Aboliamo i privilegi, che sono tanti, tanto con lo stipendio che percepiscono credo che il ristorante, il barbiere, i viaggi se li possono permettere. Perché dare anche una pensione sapendo che ci sono dei poveracci che vivono con miseri 234 euro al mese? Cosa fanno più dei normali lavoratori che lavorano per 35 anni in acciaieria lavorando notte e giorno per poi percepire una misera pensione o come me che a 60 anni non può avere la pensione perché non ha 15 anni di contribuzione e deve attendere la «finestra» dove poi buttarsi giù?
A saperlo mi sarei candidata anch’io, mi sarei assicurata una bella pensione e avrei avuto l’opportunità di avvicinare mio figlio che da 13 anni lavora nei carabinieri (con lo stipendio che tutti sanno). Mi piacerebbe che i grandi oggi in competizione per il nuovo Parlamento leggessero queste righe e riflettessero pensando non come parlamentari, ma come il più piccolo, misero italiano
Pina Contento - e-mail

È vero: nonostante tutto quello che si è detto e scritto negli ultimi mesi, le storture restano. I parlamentari possono prendere la pensione anche a 50 anni (ce n’è uno nell’aprile 2006 che l’ha presa a 42: 8.455 euro al mese) e a differenza di tutti i comuni mortali possono cumularla con altri redditi. Che ci vuole fare? Favori in corso. Quello che noi denunciavamo, poi, era un altro bonus (oltre al vitalizio mensile): l’assegno di solidarietà, che una volta veniva chiamato di «reinserimento sociale». Come se il parlamentare, dopo svariati anni di legislatura, avesse bisogno di un aiuto da centinaia di migliaia di euro per rientrare in società. E ci sono tante altre stranezze, tanti sprechi e tanti privilegi, che non ci stancheremo di denunciare.

Per dare voce ai lettori come lei, signora Pina, anche a costo di essere bollati come qualunquisti. Perché, come diceva un mio amico, sempre meglio indignarsi e passare per qualunquisti che smettere di farlo e passare per conniventi.

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