Muore durante gioco erotico: fermato partner

Ritrovato nel Bolognese con il collo legato a un albero. La vittima, Andrea, era vestito da donna: voleva cambiare sesso. Fermato il partner Michele Tropper: ha stretto una catena attorno al collo almeno cinque volte per provocare, su richiesta del compagno, l'ipossia

Muore durante gioco erotico: fermato partner

Bologna - Un giovanetto, forse un triestino di 19 anni, così femminile da sembrare una vera donna, è stato trovato morto legato a un albero in un gioco erotico di sottomissione, probabilmente soffocato. Il partner, un trentino 35enne di nome Michele Trapper, è stato fermato: aveva lasciato solo il ragazzo, come previsto da una parte del loro gioco, e quando è tornato l’ha trovato senza vita. Allora, erano passate le 17, ha chiamato i soccorsi.

Un "gioco" finito male La stretta di una catena attorno al collo tirata e poi rilasciata almeno cinque volte per provocare, su esplicita richiesta del compagno, una ipossia. Fino a quando però chi era legato si è accasciato, morendo dopo un vano tentativo di rianimazione. È questa la versione della morte di Andrea, il triestino di 31 anni (e non 19 come la vittima aveva raccontato al compagno occasionale), deceduto ieri durante una pratica bondage a Baricella, nel Bolognese, secondo la versione fornita dal partner, Michele Tropper, perito elettronico disoccupato di 35 anni di origine triestina, fermato per omicidio preterintenzionale. Andrea, che si faceva chiamare Alice, avrebbe convinto Tropper - stando al racconto di quest’ultimo - a legarla. Era la secondo volta che lo facevano. C’era fra loro, ha detto il fermato, amicizia e complicità, ma non erano amanti. La prima volta però solo le mani erano state bloccate con delle manette.

La dinamica dell'incidente Ieri, invece, Andrea è stato legato con quattro giri di spessa catena con la schiena rivolta verso un albero, un paio di manette ai piedi. Tropper tirando la catena doveva provocare l’ipossia. L’avrebbe fatto cinque volte. Poi il giovane si sarebbe accasciato. Resosi conto del dramma, Tropper ha chiamato 113 e 118, poi i cugini che abitano lì vicino cui ha raccontato però che la "ragazza" si era suicidata. È stata la prima delle numerose versioni fornite nel corso della notte, tra cui anche quella di aver legato la vittima e di averla lasciata legata ma viva. Alla fine, alle 4, l’ammissione. Ha spiegato anche di aver messo lui la chiave delle manette con cui erano bloccate le caviglie di Andrea nelle mani del cadavere. Per cercare, spaventato dall’accaduto, di accreditare un suicidio. Ma agli occhi degli inquirenti è apparso subito impossibile che la vittima si fosse legata da sola. Catena, manette e lucchetti li aveva portati Alice, ha sostenuto il fermato. Ma nella macchina di Tropper i carabinieri hanno trovato libri con immagini di bondage (le pratiche sessuali basate sulla costrizione fisica), che lui dice però essergli stati regalati da Alice. I militari stanno analizzando il suo pc. Domani il pm chiederà la convalida del fermo. L’autopsia del medico legale Matteo Tudini dovrebbe essere fissata per venerdì.

La vittima voleva cambiare sesso Andrea voleva essere chiamato Alice e aveva già ottenuto l’autorizzazione del tribunale al cambiamento di sesso. Andrea e Michele si erano conosciuti (stando al racconto di quest’ultimo) attorno ad aprile in chat. Michele cercava una grafica cui affidare la realizzazione della copertina di un suo disco, Alice si era presentata come grafica. Dopo un primo incontro a Trieste ne erano seguiti altri a Bologna. Alice si faceva ospitare nel casolare della bassa padana da Tropper. Nel casolare isolato, in cui sono evidenti i segni dell’indigenza, Tropper accudiva il padre anziano gravemente disabile che ieri era in casa al momento della tragedia, avvenuta in giardino. Alice gli aveva detto di essere un ermafrodita, di avere 19 anni, di avere una storia di vita travagliata alle spalle, e numerosi problemi di salute. Era stata "lei" a introdurlo al bondage, sempre secondo Tropper, facendogli vedere filmati e immagini, chiedendogli poi con insistenza di legarla, al punto da minacciare il suicidio se non l’avesse fatto. Una versione, quella della estraneità di Tropper alla pratiche estreme, che gli inquirenti vogliono verificare.

La posizione della difesa Tropper, difeso dall’avvocato Lorenzo Catozzi, è accusato di omicidio preterintenzionale.

Perchè da un lato anche se c’era il consenso di Andrea a essere legato, e per ipotetica estensione a subire lesioni, alla fine però il gioco è terminato con un decesso. Nei prossimi giorni i risultati dell’esame esterno del cadavere e dell’autopsia potrebbero determinare un cambiamento del capo di imputazione. 

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