Caro dottor Lussana,
riferendomi alla polemica tra lautore di «Cristoforo Colombo, lultimo dei Templari» e il collega Rino Di Stefano, penso che, pur animato da ottime intenzioni, riconosciutegli tra laltro anche dal senatore Taviani, che ha apprezzato la sua volontà di chiarire meglio di quanto sia stato fatto finora, i rapporti tra il Vaticano e la scoperta dellAmerica, il dottor Ruggero Marino, abbia, ad un certo punto, lasciato il terreno di una mirata ricerca per addentrarsi invece (forse senza avvedersene, e comunque in presumibile buona fede) nellambito di congetture non suffragate da documentazione adeguata. Nel suo ultimo libro, non a caso, si parla pochissimo di Cristoforo Colombo (salvo dichiararlo figlio del papa Innocenzo VIII e di una nobile Colonna dalla quale sarebbe derivato il nome del navigatore) e molto, invece, di ipotesi affidate allesoterismo, sicché, non a caso qualcuno ha potuto definire le presunte rivoluzionarie rivelazioni del volume come «un codice Da Vinci della scoperta dellAmerica».
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