Nel quartier generale italiano prudenza e bocche cucite

«No comment»: la reazione dell’ufficio stampa si chiude in due parole. Punto e fine. Per il resto i dirigenti italiani rimandano al comunicato di James Murdoch, che oltre alla presidenza di News International ricopre anche ufficialmente la carica di presidente di Sky Italia: «Le cose buone che il News of The World fa sono state macchiate da un comportamento sbagliato», ha detto il figlio del magnate australiano, annunciando che domenica uscirà l’ultimo numero del tabloid. «Se le ultime accuse sono vere, sono fatti disumani e nel nostro gruppo non c’è posto per cose del genere. Il lavoro del News of the World è quello di mettere gli altri di fronte alle proprie responsabilità, ma ha fallito quando si è trovato a farlo con se stesso», ha detto ancora Murdoch. SkyTg24 ha riportato la notizia con ampiezza e trasparenza, fedele alla scelta del gruppo che ha offerto massima collaborazione a Scotland Yard.
Altre reazioni? Nel palazzone tutto cristalli e ascensori di Santa Giulia, il quartier generale di Sky Italia a Milano, i dipendenti dello Squalo tirano dritto senza scomporsi. «La reazione di James Murdoch è stata sufficiente e indicativa di come la vicenda è stata vissuta all’interno del gruppo». Nessun timore, nessuna paura per il futuro filtrano, nemmeno dietro promessa dell’anonimato. News Corporation è il più grande gruppo editoriale del mondo. Stampa giornali, produce film, è proprietario come broadcaster di decine di emittenti sparse su tutto il pianeta. Reazioni ufficiali niente, al massimo qualche umore, qualche opinione. Equiparabile a quelle di un passante della strada. Chiedere che cosa pensino i dipendenti di Murdoch in Italia della chiusura della testata inglese è un po’ come chiedere a un giocatore delle giovanili del Milan come viva il fatto che Italia 1 ha deciso di cambiare una velina, o a un operaio della Lancia cosa pensi del fatto che un ricambio di un Suv della Chrysler non funzioni. Sguardi perplessi, volti serafici: «Ah sì?».
Stabilire relazioni e reazioni dirette tra l’inchiesta di Scotland Yard sulle spiate di News of the World e gli umori di casa Italia è una mission impossibile. L’impero dello Squalo è diviso in compartimenti stagni, con dipartimenti ultra gerarchizzati. Gran parte dei dipendenti italiani non conosce nemmeno la storiaccia d’intercettazioni del cellulare di una ragazzina morta o delle spiate alle vittime degli attacchi terroristici del luglio 2005 che ha coinvolto il tabloid inglese con il conseguente pericolo di arresto per cinque suoi giornalisti. Fino alla drastica decisione di cessarne la pubblicazione. Tocca spiegare tutti i fatti, gli episodi, per ricavarne un’alzata di spalle. O al massimo un «brutta storia, che però in Italia non sarebbe possibile», come lascia cadere un addetto al desk della messa in onda.
Tuttavia non si può non ammettere che per l’impero di Murdoch questa vicenda sia una macchia difficile da cancellare.

Anche perché il direttore del giornale di allora, Rebekah Brooks, ora è amministratore delegato di News International. «Appunto una brutta storia. Per noi già chiusa. Vorrei vedere quale altro editore al mondo avrebbe deciso di chiudere su due piedi un suo giornale, peraltro profittevole», taglia corto un collega di SkyTg24.

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