Nevolone

Nevolone (o Novellone) era un piissimo laico di Faenza, città nella quale morì nel 1280. Qui, per esigenze di spazio, dobbiamo andare veloci ma chi volesse saperne di più su questo santo si procuri il libretto di Maria Rosa Turrini e Giorgio Zauli: «San Nevolone. Una vita, un cammino» (Centro Culturale «l’Orchestra»). Quasi sicuramente nativo di Faenza, il Nostro pare vi esercitasse la professione di calzolaio, dal momento che dopo la di lui morte la corporazione dei calzolai faentini lo elesse a proprio patrono. Nevolone era sposato ma era anche terziario francescano e iscritto alla confraternita della Penitenza che di tale terziariato faceva parte. La sua esistenza era austerissima e continuamente immersa nella preghiera. Il sant'uomo si recò ben undici volte in pellegrinaggio a Santiago di Compostella, naturalmente a piedi. Cinque di questi viaggi, addirittura, li fece impartendosi la disciplina, cioè autoflagellandosi per mortificazione e penitenza. Quando rimase vedovo decise di consacrarsi totalmente alla preghiera e probabilmente si fece oblato camaldolese. Tale circostanza pare confermata dal fatto che morì presso la cella di un eremita camaldolese, tale frate Lorenzo. Nevolone era stimato ancora in vita come santo dai faentini, infatti il suo funerale fu accompagnato da tutta la città e dal clero al completo.

La sua salma venne, per giunta, seppellita nella cattedrale cittadina intitolata a San Pietro. Poiché sulla sua tomba si registrarono fin da subito parecchi miracoli, fu necessario nominare un custode che si occupasse solo di essa e disciplinasse l’affluenza.

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