Il fatto non sussiste. E così, tre anni dopo la denuncia, l'imputato viene assolto e il caso è chiuso. La vicenda in questione riguarda il furto di un ovetto Kinder, valore commerciale poco più di un euro. Eppure la storia è approdata in un'aula processuale del palazzo di giustizia di Taranto: c'è stato un dibattimento, e alla fine l'avvocato Gianluca Pierotti è riuscito a ottenere un verdetto di assoluzione. «Il mio cliente era commosso, adesso finalmente potrà riprendere una vita normale: fare concorsi, tentare di trovare un lavoro senza questo peso».
Tutto è cominciato il 4 agosto del 2009 a Montedarena, lungo la litoranea Salentina, una zona balneare a una trentina di chilometri da Taranto, dove Donato, studente di 20 anni, in compagnia di un amico, ha pensato bene di avvicinarsi a una bancarella di frutta e dolci. Da quel momento sono cominciati i suoi guai. Il ragazzo ha preso l'ovetto per mostrarlo al venditore e pagarlo, ma il commerciante evidentemente pensava che volesse rubarlo. Tanto più che sosteneva di averlo visto mentre lo metteva in tasca. L'equivoco sembrava concluso con un vivace battibecco, ma così non è stato. Risultato: sono arrivati i carabinieri. I quali per la verità, dopo aver ascoltato entrambi, hanno subito notato che qualcosa non quadrava e hanno annotato nel verbale che lo studente «indossava una pantalone jeans a vita bassa aderente e tale da impedire l'intromissione nella tasca di un uovo di cioccolato». Un particolare che successivamente si è rivelato decisivo, oltre alla constatazione che l'uovo kinder era assolutamente integro.
La storia è andata avanti, la macchina della giustizia pure: il tentato furto è finito in un fascicolo della Procura e quindi in Tribunale. Dove è cominciato il processo a carico dellos tudente per furto e ingiurie. E dopo tre udienze, Donato è stato assolto.
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