La novità Napoli non è più un’anomalia

È venuta l’ora di accendere i riflettori sul Napoli di Mazzarri. È venuta l’ora dopo qualche colpevole distrazione, forse legittimata dalla suggestione collettiva (giornali, tv e addetti ai lavori) per la “remuntada” interista guidata da Leonardo. È venuta l’ora perché il Napoli non è più una simpatica anomalia del torneo, come forse venne considerata sulle prime. Col tempo, con la striscia convincente di esibizioni abbinate a risultati e grazie al lavoro ossessivo di Mazzarri, è diventata una squadra, capace di ridurre i difetti via via segnalati. La strepitosa stagione di Cavani e la splendida condizione fisica ne hanno esaltato le imprese, messe in discussione dopo qualche battuta a vuoto, il pari domestico con la Fiorentina o il passo falso a Verona col Chievo.
Il punto di svolta è rappresentato dal successo di sabato notte all’Olimpico di Roma, arrivato dopo una vita di generosi e inutili inseguimenti. Mai in discussione, nelle pieghe della sfida, è maturato grazie alla superba condizione fisica del gruppo e alle qualità messe in rilievo: l’entusiasmo collettivo, la carica agonistica, la corsa. Continua a colpire del Napoli attuale il suo calcio moderno: è possibile ammirare Cavani in recuperi difensivi, è possibile prendere nota del cross, da ala autentica, di Paolo Cannavaro, sul 2 a 0 inflitto ai romanisti, è possibile segnalare la decisiva bravura di De Sanctis, il portiere, da mesi uno dei migliori del campionato nel ruolo. Il limite segnalato è rappresentato da taluni comportamenti traditi dinanzi alle pressioni che un torneo da vice-capolista può comportare. Mentre Mazzarri ha giudiziosamente bandito dal proprio repertorio lamenti e proteste plateali, nel gruppo sono emersi segnali di nervosismo pericoloso. Per esempio la reazione di Gargano per una banale sostituzione, per esempio gli spigoli dei gomiti mostrati da Dossena a Taddei (ignorati da Bergonzi), per esempio il “botta e risposta” in materia di sputi tra Rosi e Lavezzi.
Il tecnico napoletano è stato lucido e tempestivo nel sostituire Dossena per evitargli conseguenze più gravi, ed è rimasto l’unico a censurare in pubblico la reazione di Lavezzi denunciata dalle immagini della tv che qualcuno vorrebbe più nitide (perchè no anche l’esame del dna?). De Laurentiis e Fassone hanno provato a distogliere l’attenzione del procuratore federale Palazzi dall’inevitabile deferimento. «L’arbitro è intervenuto, non può esserci la prova tv» hanno continuato a ripetere con la conseguenza di peggiorare il pagellino di Bergonzi. Se l’arbitro avesse assistito all’episodio, infatti, senza adottare il successivo cartellino, beh sarebbe da “fermare” all’istante e da rispedire in Lega Pro. In materia, tra l’altro, la giurisprudenza dell’avvocato Tosel, giudice sportivo, è a prova di polemica: nessuno sconto è stato accordato dall’inizio del torneo, come hanno dimostrato i precedenti di Krasic, Eto’o e Chivu, cioè Juventus e Inter, club di prima fila.
È questo, allora, il difetto tradito dal Napoli unitamente all’assenza di sontuosi ricambi, specie in attacco dove il trio delle meraviglie, Hamsik-Lavezzi-Cavani non può contare su alternative di pari livello. Dal mercato di gennaio sono arrivati un paio di rinforzi molto attesi, Mascara e Ruiz, che hanno migliorato la cifra tecnica del gruppo.

Niente a che fare, naturalmente con Ranocchia e Pazzini, o Cassano-Van Bommel, reclutati da Inter e Milan. Perciò il secondo posto del Napoli splende ancora di più e promette di regalare bagliori inattesi nelle prossime settimane.

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