New YorkHa fatto «mea culpa» a reti unificate. Ha ammesso i propri errori di fronte a 80 milioni di telespettatori americani e a un Paese scettico sulla rotta e soprattutto sulle discusse scelte di politica economica fatte in questo primo anno dalla sua amministrazione. Il presidente Obama ha pronunciato la scorsa notte il suo primo discorso sullo Stato dellUnione con toni pacati e appelli a un ritrovato spirito bipartisan, mettendo da parte e dimenticando lo stile trionfalistico che aveva caratterizzato il suo discorso di insediamento appena un anno fa, quando suscitò in tutto il mondo aspettative politiche, sociali ed economiche finora disattese in massima parte.
«Anche se Washington ritiene che ogni giorno sia un election day, la gente di questo Paese vuole vedere il Congresso e il presidente lavorare assieme per risolvere le sfide e i problemi che hanno nelle loro vite di ogni giorno». È uno dei passaggi più importanti del discorso. Si tratta di una cocente ammissione e di un brutto colpo allimmagine di un presidente che aveva alimentato grandi entusiasmi, ma in realtà in questo primo anno alla Casa Bianca ha dovuto registrare uno scontro continuo tra democratici e repubblicani con toni ben più aspri ed esacerbati dei tanti discussi anni dellera Bush su Irak e Afghanistan. «Democratici e repubblicani devono lavorare assieme per risolvere i tanti problemi», ha ripetuto Obama più speranzoso ma anche più pragmatico, lasciando da parte i suoi famosi slogan da messia in stile kennediano o da new deal di Roosevelt, e ha ammesso candidamente di «aver fatto errori». «Diversi». Anzi troppi per i cittadini americani, dei quali ben il 58% giudica «sbagliata», «stagnante» e «in necessità di grandi riforme» la sua politica economica che ha portato finora la disoccupazione a sfiorare l11%, il peggior dato di questi ultimi 28 anni. Basta ricordare in questi ultimi undici mesi sono stati persi ben 2,7 milioni di lavori, nonostante il piano finanziario di stimoli voluto da Obama che sembra aver speso invano oltre mille miliardi di dollari. Una cifra colossale che secondo i repubblicani e diversi economisti non ha fatto altro che peggiorare la disoccupazione, il numero dei fallimenti delle aziende e il pignoramento delle abitazioni (interessa una famiglia su sette negli Stati Uniti perché non possono più pagare il mutuo).
Nel suo discorso di ieri notte, Obama ha sottolineato più volte che vuole concentrare gli sforzi della sua amministrazione sulla lotta alla disoccupazione e sulla riduzione del deficit di bilancio dello Stato che in soli 13 mesi è salito dal 70 al 90% del pil raggiungendo la cifra record di 1.400 miliardi di dollari. Quindi ha dedicato alcuni passaggi al settore bancario, proponendo una tassa già annunciata sulle loro esposizioni e una legge federale da approvare che vieti agli istituti bancari di giocare in borsa. Staremo a vedere oggi come reagirà Wall Street, che è in segno negativo da diverse sedute. Dopo la clamorosa vittoria repubblicana al seggio senatoriale di Ted Kennedy nel Massachusetts, Obama ha capito finalmente di aver destinato troppe energie alla riforma sanitaria a scapito delleconomia.
Quindi nel suo discorso ha promesso di voler andare in soccorso al ceto medio e alle famiglie più povere maggiormente colpite dalla recessione in corso, promettendo anche di impostare il ritorno al pareggio di bilancio. La promessa sembra impossibile ai repubblicani da mantenere. Obama ha spiegato che intende lanciare un secondo piano finanziario di stimoli alleconomia, sarebbero circa 175 miliardi di dollari (un piano cui si oppongono i repubblicani). Ha parlato anche di concedere sgravi fiscali alle piccole e medie imprese che faranno nuove assunzioni. Ha rimarcato più volte il dato che leconomia americana è in ripresa, nellultimo trimestre il pil sarebbe salito del 4%.
In politica estera Obama ha ricordato che intensificherà laiuto al governo yemenita con informazioni dintelligence, compresa la sorveglianza elettronica e video per sconfiggere le basi di Al Qaida, ma ha negato che consiglieri e truppe americane siano stati impiegati e saranno impiegati nei raid contro i terroristi.
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