da Roma
Doina Matei, la ex prostituta romena che uccise una ragazza di 20 anni in unaffollata stazione della metropolitana di Roma lo scorso aprile, non uccise volontariamente. Quel colpo inferto con la punta di un ombrello, che si trasformò in unarma letale, non fu intenzionale. Lo ha stabilito il gup di Roma Donatella Pavone, che ha condannato a 16 anni di reclusione la ragazza.
Meno smagrita rispetto al giorno dellarresto, la romena di 21 anni si è trovata per la prima volta faccia a faccia con Rita e Pino Russo, i genitori di Vanessa che hanno assistito alludienza. Ma per lei ieri è caduta laccusa più grave: è stata condannata per omicidio preterintenzionale. Il Gup ha infatti derubricato loriginale imputazione di omicidio volontario, ma ha mantenuto laggravante dei futili motivi. Pesante quindi la condanna nonostante la non volontarietà.
«Mi aspettavo di più ma sedici anni di galera possono bastare». Così Rita Russo, la mamma di Vanessa, ha reagito alla notizia, scoppiando in un pianto a dirotto al termine delludienza.
«Quando ho visto Doina in aula - ha raccontato la mamma - mi si è riaperta una ferita. Ma è una ferita che non si rimarginerà mai».
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