È di poche settimane fa la notizia del boom delle esportazioni dei nostri vini che, nel 2011, hanno raggiunto quota 4 miliardi. Tra i molti operatori del settore soddisfatti, anche Mario Guidi, presidente di Confagricoltura: «Lexport di vino italiano sta dimostrando di essere la vera risorsa per tutto il settore - dice - e per la sua tenuta in tempi difficili come questi. Restano, comunque, ancora molte conquiste da fare. Ad esempio, lItalia è il primo esportatore di vino europeo in quantità ma non in valore, che vede primeggiare ancora la Francia. Nonostante i successi del vino made in Italy cè, quindi, una necessità dinternazionalizzazione. Lo testimoniano le iniziative di Confagricoltura al Vinitaly verso i Paesi esteri che, da anni, suscitano vasto interesse tra le aziende».
Proprio dallUe arriva un provvedimento che rappresenterà un ulteriore terreno di competizione per i produttori italiani a livello internazionale. Da Bruxelles è arrivato lok al regolamento che disciplina la vinificazione biologica in Europa. «È molto importante lo sdoganamento di Bruxelles - continua - ma sui solfiti avremmo voluto una maggiore rigidità, in quanto i produttori italiani hanno già regole più rigide di quelle europee. Purtroppo, si è dovuti scendere a un compromesso con il Nord Europa dove, per difficoltà climatiche e tecnologiche, sono costretti a usare questo riequilibratore in grandi quantità».
La nota sicuramente positiva è che, dall1 agosto, i produttori potranno utilizzare il termine «vino biologico», che sarà riconoscibile da un numero di codice dellorganismo di certificazione competente e da una specifica etichetta. «Il consumatore - conclude Guidi - potrà finalmente riconoscere il vino biologico attraverso lapposito logo: una foglia disegnata da dodici stelle, tra cui una cometa, su fondo verde».LMo
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