Orchestra Verdi fuori dal tunnel Finalmente arriva la «benzina»

La musa della musica potrà continuare ad esprimersi al meglio attraverso uno dei suoi messaggeri più dotati e vocati: l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi. Solo un mese e mezzo fa, la stagione 2008/09 all’Auditorium di largo Mahler sembrava in forse per mancanza di fondi. Ieri invece, con la soddisfazione di chi ci ha sempre creduto, il presidente e il direttore generale della Fondazione (che comprende orchestra e coro), Gianni Cervetti e Luigi Corbani, hanno annunciato che la «benzina» è arrivata. Seconda buona nuova: il piano di rilancio prevede anche l’acquisto del teatro, attualmente proprietà del «mecenate» Agostino Liuni. Dunque, compiacimento diffuso all’affollata conferenza stampa quando è stata ufficializzata la notizia che i ministri Sandro Bondi (Beni Culturali) e Giulio Tremonti (Economia) hanno firmato il decreto che, sia pure attraverso un bando, di fatto assegna alla Verdi 5 milioni di euro per il 2008. «Una cifra che consentirà agli amministratori - ha fatto rilevare Corbani - di saldare con priorità assoluta il conto con i 300 collaboratori che lavorano per l’istituto». Verdi fuori dal tunnel, dunque? Se si considera che per il 2007, chiuso con 216 concerti all’attivo, la Fondazione non ha beccato un quattrino dallo Stato, c’è di che rallegrarsi. «Ma il discorso non è quello di ripianare il bilancio giusto per tirare avanti - ha sottolineato il direttore generale -. Intanto va detto che il finanziamento è arrivato grazie a un’operazione “bibartisan“ del parlamento. E poi il mio intendimento è quello di innescare da oggi un circolo virtuoso con i nostri interlocutori istituzionali, governo in primis, che veda comunque il primato delle risorse proprie, attraverso i ricavi delle attività di stagione, su quelle pubbliche, le quali devono essere considerate integrative e mai sostitutive». Corbani parla a ragion veduta, visto che la sua «creazione» può vantare il primato assoluto a livello nazionale del 72,5% di ricavi propri rispetto ai costi di produzione.
Per quanto riguarda l’acquisto del teatro, si capisce al volo che è un obiettivo che Corbani ha nel mirino da tempo: «Si tratta di un bene che, attraverso la Fondazione, diventa di fatto pubblico; un patrimonio della città e dei cittadini, e comunque di tutti quelli che vorranno partecipare all’operazione, per la quale Cariplo e Bpm sosterranno l’onere del mutuo. Certo, sarebbe un’opportunità unica - anche qui la prima volta in Italia - che un istituto culturale diventasse proprietario del proprio teatro, perchè di fatto è un investimento che la città fa su se stessa, attraverso una istituzione che - non dimentichiamolo - è un bene a disposizione della collettività». Parole di ringraziamento, oltre che per gli sponsor, anche e soprattutto per il pubblico, «fedele e appassionato come pochi», per tutti i sostenitori («vogliamo aumentare la schiera dei soci»), per l’ex ministro Rutelli, nonchè per il presidente Napolitano e per Papa Benedetto XVI, che in occasione del concerto in Vaticano dello scorso aprile hanno speso parole «pesanti» per il destino della Verdi.

Ultimissima: il ministro Bondi ha già in agenda un incontro con Regione, Provincia e Comune di Milano per inquadrare stabilmente la Fondazione nel panorama culturale regionale e nazionale.
Ora, via agli abbonamenti, con il concerto straordinario alla Scala il 7 settembre e l’inizio della stagione ufficiale il 18 all’Auditorium.

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