Pakistan, cristiana rischia l’esecuzione per blasfemia

La donna chiedeva di riavere i soldi prestati dal marito

da Islamabad

Una donna cristiana è stata arrestata in Pakistan con l’accusa di aver insultato il profeta Maometto, un crimine per cui la legge del Paese prevede anche la pena di morte.
Martha Bibi, spiega il sito internet AsiaNews.it, è stata accusata in seguito a una lite con alcuni uomini che dovevano dei soldi al marito e si rifiutavano di pagare. Davanti all’insistenza della donna, gli uomini hanno cominciato a picchiarla, lasciandola andare solo grazie all’intervento di alcuni passanti.
La sera stessa, l’imam della moschea locale (il paese di Kot Nanak Singg, nel distretto del Kasur) ha accusato Martha di aver pronunciato parole blasfeme contro Maometto, di avere violato il suo sacro nome e di aver incitato i musulmani ad attaccare i cristiani.
Martha e la sua famiglia sono fuggiti dalla zona, dove risiedono 500 famiglie musulmane e soltanto 12 cristiane, e hanno tentato inutilmente di nascondersi.
La donna è stata arrestata e accusata di aver violato la legge sulla blasfemia, per cui il codice penale pachistano commina lunghe pene detentive o anche la pena di morte, che non è però mai stata applicata per casi di questo tipo.


La legge viene spesso sfruttata per accusare persone di culto diverso o con cui si sono avuti screzi, e il governo pachistano ha in programma di cambiarla, probabilmente dopo le elezioni parlamentari previste per fine anno.

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