PARTE IL VIAGGIO

Iniziamo un piacevole viaggio tra i ristoratori genovesi e liguri (coloro che gestiscono quelli che l’indimenticabile Remo Bozzini definiva i «Tabernacoli dell’onesto peccato») per far «confessare» non tanto i misteri dei loro menù, ma le piccole curiosità ascoltate dai loro clienti celebri.
Perché Genova è città molto ospitale, ancorché musona e discreta: ci sono ristoranti o trattorie o «bettole» chic, dove nomi vip, attori, attrici, imprenditori, politici amano incontrarsi e fare del «trattore» il loro confidente.
Chi dimentica i grandi ristoratori di una volta, dove soprattutto i politici trovavano riparo e naturalmente un’ottima tavola?
Ricordate la «Santa»? Nel cuore del centro storico, o «Da Mario» in vico Conservatori del mare? E ancora gli storici locali del centro dove si consumavano le tradizionali «cene di lavoro» puntualmente pagate dalle Aziende (che favorivano i loro direttori ai vari livelli, una pacchia...) quali «Il Primo Piano», gestore il mitico Riccardo Persico, o «Aladino» (caro al socialista doc Meoli) o «Da Giacomo».

E ancora i locali sportivi come il vecchio «Toro» a Sampierdarena, covo blucerchiato, e il «San Pietro» (oggi «Ippogrifo») di Alfredo Ristori, tutto genoano.
E senza dimenticare il vecchio «Cicchetti» a Quinto che negli anni Settanta/Ottanta accoglieva Roberto D’Alessandro, allora presidente del porto, con tutti i suoi amici socialisti, da Craxi a Magnani.

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