Patibolo per l’ex vice di Saddam

Un’altra strage a Bagdad: autobomba uccide settanta persone in un mercato

da Bagdad

L'Alta corte irachena ha condannato ieri a morte per impiccagione Taha Yassin Ramadan, l'ex vicepresidente del regime di Saddam Hussein. Il tribunale ha giudicato Ramadan corresponsabile del massacro di 148 sciiti nel villaggio di Dujail, nel 1982. L’eccidio fu compiuto per rappresaglia dopo un fallito attentato a Saddam, che era andato in visita a Dujail. Per questa carneficina il deposto rais e altri due imputati - il fratellastro Barzan Ibrahim al Tikriti e l'ex presidente del Tribunale rivoluzionario Awad Hamad al Bandar - erano stati condannati a morte. Ramadan nel processo di primo grado, in novembre, aveva ricevuto l’ergastolo. In appello, però, il tribunale aveva consigliato la pena capitale anche per lui e aveva rinviato il caso all'Alta corte, che ieri ha optato per la pena capitale. «Dio sa che non ho fatto niente di male», ha detto Ramadan subito dopo che il giudice Ali al Kahachi aveva pronunciato la sentenza.
Appelli per cercare di evitare la condanna a morte di Ramadan erano stati lanciati dall’Onu e da a numerose organizzazioni umanitarie, tra cui Amnesty international.
Anche ieri attentati a Bagdad.

Almeno 80 i morti e 165 i feriti. Oltre 70 persone hanno perso la vita per un’autobomba in un mercato della capitale. Un’ora dopo, in un’altra zona della città, un ordigno nascosto in una borsa ha ucciso una decina di passanti.

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