La paura degli albergatori: «Prenotazioni crollate dell’80% rispetto al 2004»

da Milano

Troppe stanze vuote negli alberghi della Val di Susa. E la solidarietà dei valligiani alla protesta No Tav rischia di lasciare il passo alla rabbia degli operatori turistici, che ora si trovano quasi senza lavoro. Secondo Luigi Chiabrera, presidente dell’Azienda turistica delle montagne che ospiteranno le Olimpiadi, «i blocchi di strade e ferrovie degli ultimi due giorni in Val di Susa hanno causato l’80% di prenotazioni in meno per il ponte dell’Immacolata rispetto allo scorso anno nelle località sciistiche della zona». Chiabrera non ha dubbi: «Questa forma di protesta contro la costruzione della Tav Torino-Lione - sostiene - è un errore strategico impressionante che provoca un danno economico enorme e crea una divisione pericolosissima tra la gente della Val di Susa».
Anche Federalberghi Torino, l’associazione delle imprese turistico alberghiere di Torino e provincia, conferma la pericolosa emorragia: «Diversi turisti, accorsi sul territorio piemontese per l’apertura della stagione sciistica, hanno oggettive difficoltà a raggiungere le località montane interessate dagli scontri e sono costretti a rimanere in città». Così si danneggia il turismo, «un settore molto importante per la gran parte dei comuni coinvolti», ha commentato il presidente Alessandro Comoletti.
È anche colpa della neve, replicano alcuni albergatori contattati telefonicamente. Sta di fatto che in molti hanno deciso di posticipare l’apertura della stagione turistica a dopo il ponte.

A Claviere, per esempio, sono aperti solo due strutture, Il Casa Alpina e il Pian del Sole. «Stiamo ultimando alcuni lavori di ristrutturazione - commentano dal Savoia», mentre la proprietaria del Miramonti conferma: «Quest’anno le richieste non sono tante».

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