Caro Massimiliano, ettepareva! Marco Marchionni aveva proposto un think thank tra «teste pensanti» (speriamo bene per quanto riguarda il mio nominativo e di cui candidamente ringrazio per la menzione) per il bene della città, e l'aveva prospettato sotto un'attenta supervisione o se preferisci chiamala pure una «valida moderazione», la tua. Però aveva anche scritto che i politici avrebbero dovuto esserne fuori. Ed è stato per questo che ho subito aderito col piglio di un ragazzino e la voglia di dire quello che da anni mi tengo dentro.
Forse serve a qualcosa, come di sicuro sarebbe stato utile ascoltare le proposte degli altri, quelle che da chissà quanto tempo si portano dietro e che probabilmente sono delle idee «valide», e non le stesse «belinate» lette, ascoltate o viste da secoli in questa Genova da dove la maggior parte delle «teste buone» se ne scappa via o, visto l'andazzo che qui tira, si rintana in un assordante silenzio.
Dove al massimo c'è il sano «mugugno» tra le mura domestiche o giù nel bar, tanto poi non cambia niente sembra di leggere nelle loro menti.
E pensare che di queste ultime «ben pensanti» ce n'è veramente «tanto molto assai» bisogno; e anche di più, di più, di più.
Come invece non sono utili le lotte interne, e vale a dire il tempo che i nostri politici locali (e non) «spendono» per darsi addosso l'uno con l'altro, anziché fare e dire quello per cui sono stati votati e messi lì. Ma questa è un'altra storia a cui non sembra ci sia rimedio. Beh, staremo a vedere, ma le speranze appaiono ben poche.
Mentre il buon Andrea Cevasco, nonostante il think thank non sia manco incominciato, trova subito il modo di dire che così non va bene, o per lo meno, che si può fare di meglio. Che non si possono «rottamare» (uso la sua espressione) tout court l'intera classe politica di area di centro destra; e giù una sfilza di nomi di gente che conta, di gente «importante».
La stessa gente che, per esempio, quotidianamente discute di turismo (il settore che meglio conosco) nei vari Comuni, Provincie e Regioni, e magari anche al Governo, e che mai, dico mai, m'ha chiesto un pur piccolissimo parere. E pensare ch'io «a gratis». Vabbè! Sarà forse questo il problema?
E detto nonostante una lunga esperienza (vabbè è inutile parlare di se stessi, si fa sempre la figura dei fessi), ma neanche quand'ero il loro responsabile per questo settore (un anno) ho mai avuto il «piacere» di una loro richiesta; magari anche una piccola delucidazione che probabilmente li avrebbe aiutati nel «lavoro» dei vari consigli (a parte una sola persona di quella lista di cui taccio volutamente il nome e cognome).
Questo mi fa certamente capire il come abbiano affrontato le discussioni del comparto nei vari consigli. E siffatto è successo anche agli altri 27 o 30 che, per ogni settore (porto, infrastrutture, sociale, scuole, università, cultura, eccetera eccetera), che ne erano i responsabili a causa dell'esperienza maturata in tanti anni del loro lavoro a buoni livelli manageriali.
Per amor del cielo, sono sempre pronto alle innovazioni del caso e che bisogna sempre aggiornarsi, come sempre «aspetto» e spero nel cambiamento degli altri, in un ridimensionamento, mentre le nuove idee vanno tutte colte al volo; quindi perché no, l'inserimento dei politici che qui vanno per la maggiore.
Ma che innovazione sarebbe l'ascoltare gli stessi che per anni c'hanno prestata la loro attenzione solo in prossimità di future elezioni, o forse Andrea crede che 'sti signori abbiano la «pazienza», l'umiltà e l'utilità dell'ascoltarci?
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Caro Massimiliano, ho letto con molto interesse ed anche sorpresa sia la lettera di Marco Marchionni del 4 giugno sia le risposte ad essa del 7 giugno.
Marchionni si riferiva alla possibilità di creare un gruppo all'interno de «il Giornale» di pensatori, di «menti pensanti» che possano creare un dibattito continuativo nelle preziose pagine de «il Giornale» di Genova e ha fatto alcuni nomi papabili tra i quali compare il cognome Bartolini. Di conseguenza, mi sento ancora più interessata alla situazione ed in dovere di dare una risposta o di fare un mio semplice e modesto intervento.
Vorrei precisare che il nome Bartolini, che a volte compare nella redazione genovese, si riferisce sia alla sottoscritta Roberta, sia a Mario (mio papà...). Non so a chi intendesse riferirsi esattamente il nostro caro Sig. Marchionni che ringrazio di cuore per il pensiero rivolto e per la citazione.
Ovviamente io posso rispondere per me stessa e sostengo che se effettivamente sono stata nominata non posso tirarmi indietro, anzi, sono pienamente lusingata ritenendomi molto gratificata se potessi far parte di un gruppo, meglio, di una sorta di «think tank», un serbatoio di origine politica, ma anche sociale e politico che possa far discutere ed aprire dibattiti a mio avviso incentrati sul pensiero di centro destra.
Un pensiero che possa inglobare differenti punti di vista ed idee che confluiscano in un unico punto ed obbiettivo: ragionare, dibattere, fare cultura, divulgare opinioni ed anche il verbo del centro destra non tanto in un modo fine a se stesso ma cercando di coinvolgere il più persone possibili in quanto i ragionamenti, le riflessioni, l'ascoltare il pensiero altrui, il rispetto di diverse opinioni è alla base non solo della democrazia ma anche della libertà, della cultura.
Grazie ancora ed affettuosi saluti.
Roberta Bartolini
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Caro Massimiliano, cari amici, mi avesse colto un fulmine, ben 5 volte più probabile di un 6 al Superenalotto, quando mi è uscita dalla tastiera la definizione think-tank!
Sono lieto di vedere che l'idea piaccia e ti ringrazio, Direttore, di averla proposta ma non vorrei terrorizzare i regal scranni. Aboliamo il termine think-tank! Abbasso il think-tank! Buuuu!
Invece. Vorrei dare un volto a quei Panda molto speciali che si accalorano più per un buco nel marciapiede di un altro quartiere che per un goal nel derby e che solo grazie a «il Giornale», redazione di Genova, trovano uno sbocco per scriverne e scriversi. Non è piaggeria, cari miei, è un fatto.
Lo vorrei perché credo ancora sia più produttivo e di crescita litigare, piuttosto, con una persona davanti ad un bicchiere di Pigato che esserne «amico» su facebook ma poi girarsi dall'altra parte quando partecipiamo ad un debat public su High-Tech, Industria e Porto (a' ridaje!). Se cè un messaggio che le persone stanno mandando è che esserci è più importante di una fotina col bottone «Mi Piace».
Quindi incontriamoci tra noi!
E se questo dovesse disturbare qualcuno, e qui caro Andrea Cevasco ti strizzo l'occhio sogghignando, la cosa, lo confesso, non può che farmi un po' di sadico piacere.
Marco Marchionni
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