da Milano
Pirelli non conferma, ma la quotazione in Borsa di Pirelli Tyre, società degli pneumatici, dovrebbe avvenire con uno sconto nellordine del 10% rispetto ai prezzi originali. Questo è quanto gli investitori avrebbero «consigliato» al gruppo per garantire un esordio tranquillo in un momento turbolento di mercato come quello attuale. E il mercato ha apprezzato: secondo fonti finanziarie, in vista di uno sconto la raccolta di ordini subordinati a un prezzo più basso avrebbe ieri subito una certa accelerazione. Mentre il titolo della controllante, dopo una settimana di cali in Borsa, ha chiuso in lieve rialzo a 0,66 euro.
Come anticipato ieri dal Giornale, la valutazione societaria minima dovrebbe scendere da 1,9 a 1,7 miliardi. «Le decisioni in merito alla dimensione dell'offerta e al prezzo di offerta verranno assunte nei tempi e nei modi indicati nel prospetto informativo», ha detto ieri il gruppo attraverso un comunicato ufficiale, anche su sollecitazione delle autorità di controllo. Ma fonti finanziarie hanno confermato che lo «sconto» è allo studio in quanto ipotesi ampiamente giustificabile dallandamento dei mercati e non pregiudizievole della sostanza delloperazione.
Il valore indicativo riportato nel prospetto va dai 7,4 ai 9 euro (prezzo massimo dell'offerta). Il limite inferiore potrebbe dunque scendere a 6,6 euro. L'offerta si chiude oggi alle 16.30 e una decisione finale non era ieri ancora stata presa. Secondo il calendario dell'Ipo c'è tempo fino a domenica 2 luglio per comunicare, con un avviso integrativo sui giornali, il prezzo dell'offerta. Ma la decisione potrebbe arrivare già oggi. La comunicazione dei risultati del collocamento e il pagamento avverranno entro il 5 luglio, data in cui è previsto anche il debutto in Borsa.
I dubbi degli investitori istituzionali sono alimentati dell'alta volatilità del mercato e dai profit warning lanciati dai concorrenti: in settimana Bridgestone e già a maggio Michelin hanno avvertito i loro azionisti che difficilmente avrebbero raggiunto gli obiettivi finanziari a causa del forte aumento del prezzo delle materie prime.
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