Appalti e corruzione al Cara di Mineo: giudizio immediato per Castiglione

Il gip del tribunale di Catania ha accolto la richiesta di giudizio immediato per Giuseppe Castiglione, il sottosegretario all'Agricoltura di Ncd indagato nell'ambito dello scandalo del Cara di Mineo per turbativa d'asta e corruzione elettorale. «Ho scelto io stesso il rito immediato in quanto ritengo che questa vicenda debba essere sottoposta al più presto e nel più breve tempo possibile al vaglio del Tribunale per pervenire a una sentenza di assoluzione», dice Castiglione, che è stato rinviato a giudizio non per l'attuale incarico, ma in qualità di allora soggetto attuatore del Centro accoglienza richiedenti asilo più grande d'Europa. Nell'inchiesta è stato tirato in ballo dal suo grande accusatore Luca Odevaine, tra i protagonisti di Mafia Capitale, che ha già patteggiato per il Cara due anni e otto mesi per corruzione al Cara di Mineo. A Castiglione la procura di Catania contesta la «promessa di voti» in cambio di «assunzioni al Cara» e la turbativa d'asta per aver «predisposto il bando di gara con la finalità di affidamento all'Ati appositamente costituita». Il sottosegretario, che si è sempre detto estraneo alle accuse, si dice sicuro di dimostrare la propria innocenza: «Per quasi due anni, le cesellature mediatiche degli interrogatori di Odevaine mi hanno sottoposto a un inaccettabile processo mediatico, il cui unico interesse è stato quello di emettere una sentenza preventiva di condanna che avesse un rilevante impatto sulla mia attività politica, al di là, invece, della ricerca della verità dei fatti.

Davanti al Tribunale sono sicuro di poter radicalmente smentire l'ipotesi accusatoria, dimostrando l'infondatezza di tutte le contestazioni, a dir poco fantasiose, che mi vengono addebitate, prima fra tutte quelle di aver fatto un accordo illecito, nel 2011, per ricevere un beneficio elettorale a favore di un partito che sarebbe venuto a esistenza solo due anni dopo nel novembre del 2013».