«Chi oggi confonde il mio senso di responsabilità con debolezza dovrà ricredersi presto, molto prima di quanto immagina». Quei pochi parlamentari che hanno occasione di sentire Silvio Berlusconi lo trovano per nulla «benevolo» verso l'esecutivo M5s-Lega che potrebbe nascere di qui a pochi giorni. Anzi, con più di un interlocutore il leader di Forza Italia non lesina dubbi verso un'alleanza che definisce «un esperimento pericoloso», soprattutto per le ricadute che potrà avere rispetto all'Europa e ai partner internazionali.
Una presa di distanza netta la sua, anche perché la trattativa in corso tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini non ha fatto altro che allontanare ancora di più l'ex premier e il segretario della Lega. Così, distanze politiche e caratteriali che esistono da tempo negli ultimi giorni sono andate facendosi siderali. Con Berlusconi che è tornato a ripetere concetti sui quali si era già soffermato qualche tempo fa, in occasione di alcune cene private a Roma. Uno su tutti: «Quei due si muovono di concerto da tempo. E questo significa che Matteo non solo non si è comportato da leader della coalizione ma anche che ha agito in mala fede alle mie spalle».
Il leader di Forza Italia, però, è uomo paziente. E nonostante in famiglia ci sia chi lo consiglia di tagliare al più presto i ponti con la Lega, per ora preferisce temporeggiare. Sul tavolo, d'altra parte, c'è ancora il nome del futuro premier, una casella che Di Maio e Salvini devono riempire di concerto con il Quirinale. Così come quelle di alcuni ministeri chiave, a partire dal titolare dell'Economia che - al di là degli slogan antieuropeisti di M5s e Lega - dovrà necessariamente interfacciarsi con Bruxelles e le istituzioni Ue. Anche in attesa di sapere nomi e profili della squadra di governo Berlusconi preferisce non rompere, come prudentemente consigliano Gianni Letta e Fedele Confalonieri (che proprio ieri ha definito «ottima» la linea della non ostilità dell'ex premier). Chi lo conosce bene, però, è convinto che il leader di Forza Italia abbia già deciso di schierarsi all'opposizione del futuro esecutivo giallo-verde. Con tanto di «no» convinto quando il governo a trazione Di Maio-Salvini si presenterà alle Camere per la fiducia. Altro che «astensione benevola», l'idea di Berlusconi sarebbe invece quella di mettersi sulle barricate fin dal primo voto.
D'altra parte, pur avendo «liberato» Salvini dal vincolo di coalizione mettendolo dunque in condizione di dar vita a un governo con Di Maio, proprio ieri hanno ricominciato a farsi sentire le batterie grilline. Quelle della base, ben rappresentate dal padre di Alessandro Di Battista che su Facebook arriva ad augurare a Berlusconi una veloce dipartita. E quelle dei vertici del Movimento, visto che tanto si è speso Di Maio che - fanno sapere i Cinque stelle - alla fine avrebbe convinto Salvini a inserire nel programma del futuro esecutivo l'ormai mitologica legge sul conflitto d'interessi.
Cosa che ha fatto andare su tutte le furie il leader di Forza Italia, non tanto per il merito della questione quanto per il segnale politico. Insomma, anche se ieri sera Mara Carfagna spiegava che Forza Italia deciderà se «astenersi o votare contro» solo «in base alla composizione dell'esecutivo», ad Arcore la bilancia al momento pende decisamente sul «no».
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