La civiltà delle piramidi con quel mondo non c'entra nulla

di Matteo Sacchi

F ar entrare persone in un museo è una bella idea. Però, l'iniziativa del museo Egizio di Torino - i cittadini di lingua araba potranno entrare con un biglietto 2x1- qualche dubbio lo può far sorgere. È prevalentemente indirizzata, secondo il museo, ai 33mila e rotti residenti di lingua araba della provincia. Perché dovrebbero entrare a prezzo ridotto? Secondo il museo per due motivi. Connettersi con il territorio e le sue nuove realtà. Rispetto per il Paese di provenienza dei reperti. Il primo motivo appare un po' «razzista». Un egiziano sì e un immigrato filippino no? Non fanno entrambi parte della nuova realtà? C'è un a priori culturale insensato. I filippini possono avere solo sconti sui musei barocchi (le Filippine hanno belle chiese barocche)? Quanto al secondo motivo, allora si faccia lo sconto a chi ha il passaporto egiziano, non a qualcuno che parla arabo e magari arriva dal Senegal o dalla Siria o dalle Comore. Il parlare arabo in sé non ha nulla a che vedere con i faraoni. Gli arabi hanno invaso l'Egitto (642 d.C.) quando ormai la civiltà egizia era sepolta. Tanto per dire, l'egiziano antico è una lingua camitica, l'arabo una lingua semitica. Sono pasticci (evitabili) da multiculturalismo d'accatto. Avete mai sentire dire che al British facciano entrare col 2X1 chi parla greco per vedere i fregi del Partenone? Eppure, linguisticamente, dei legami tra gli antichi greci e quelli di oggi...

Facciamo una provocazione: in Egitto i parlanti italiano entrino gratis nella tomba di Seti primo, l'ha scoperta un italiano, Belzoni. Chi parla francese entri gratis dappertutto: senza Champollion non leggeremmo i geroglifici.

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