Roma Sperimentazione sulle staminali sì ma rispettosa dell'etica. Nel nostro Paese sta per partire la prima sperimentazione basata sul trapianto di cellule staminali neurali per combattere la sclerosi multipla. Per la prima volta al mondo si potranno verificar egli effetti del trapianto delle cellule staminali cerebrali umane nel cervello di pazienti affetti dalla sclerosi multipla.
L'annuncio è stato dato ieri in Senato a Roma dal direttore scientifico dell'associazione Revert, Angelo Vescovi, insieme a monsignor Vincenzo Paglia, presidente dell'associazione e della Pontificia accademia per la vita.
La prima fase della sperimentazione, condotta su un piccolo numero di persone, si terrà in tre strutture. Nella Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo, nell'azienda ospedaliera di Terni e nell'ospedale di Lugano. La ricerca coinvolgerà fra 15 e 24 pazienti, di età compresa fra 18 e 60 anni. La sperimentazione, della durata di tre anni, prevede il trasferimento nel cervello di cellule staminali neurali prelevate da feti abortiti spontaneamente e sottoposte a una procedura di controllo riconosciuta a livello internazionale.
«Siamo molto soddisfatti di poter presentare oggi l'avvio della sperimentazione clinica di fase I sulla sclerosi multipla - ha dichiarato Vescovi - Poiché rappresenta un nuovo traguardo per la ricerca scientifica italiana verso la cura delle malattie neurodegenerative».
Vescovi ha poi precisato che le cellule che verranno utilizzate non pongono alcun problema etico poiché sono derivate da un tessuto cerebrale prelevato da feti deceduti per cause certificate come naturali, utilizzando la procedura che già oggi è utilizzata per l'autorizzazione e la certificazione della donazione volontaria di organi per il trapianto da adulti.
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