Una risposta ai gas, dura e immediata. La Russia ha scatenato raid aerei contro i ribelli siriani, dopo averli accusati di un attacco chimico contro la città di Aleppo, controllata dal governo di Bashar al Assad. Sia il governo siriano che gli alleati russi affermano che un centinaio di persone sono rimaste intossicate nella tarda serata di ieri a causa di gas chimici alla periferia di Aleppo, nella zona demilitarizzata negoziata tra Russia e Turchia nel Nord-Ovest della Siria. Un attacco, dicono,contro la popolazione in alcune zone residenziali. L'agenzia ufficiale Sana ha denunciato «107 casi di soffocamento». Secondo la ong Osservatorio siriano per i diritti umani sono 94 le persone che hanno fatto ricorso a cure mediche, la gran parte sono già state dimesse, ma 31 di loro rimangono ancora in gravi condizioni. Il bombardamento compiuto dall'aviazione russa, poche ore dopo la diffusione della notizia dell'attacco al cloro, ha colpito settori sotto il controllo di ribelli e jihadisti vicino Aleppo. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che il bombardamento ha martellato il quartiere di Al Rashidin, alla periferia di Aleppo, e la località di Khan Tuman, a sud-ovest della città. Si tratta dei primi bombardamenti sul settore da più di due mesi. Non è chiaro ancora se ci siano stati vittime civili.
Il governo siriano ha anche inviato una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e al Consiglio di Sicurezza per chiedere una condanna dell'«attacco con gas tossico» nella città di Aleppo. Il ministero degli Esteri siriano ha esortato l'Onu a prendere «misure deterrenti, immediate e punitive» contro gli Stati e regimi che finanziano il terrorismo.
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