Si differenziano le posizioni dei cinque arrestati nell'inchiesta per la morte di Desirèe Mariottini.
Ieri il Tribunale del Riesame ha stabilito che per il senegalese ventisettenne Mamadou Gara resta l'accusa di omicidio. Cadute, invece, le aggravanti dei futili motivi nella violenza sessuale e della cessione di sostanza stupefacente da tre o più persone.
L'accusa di omicidio martedì scorso era invece crollata per gli altri due arrestati, Chima Alinno, il 47enne nigeriano, e per l'altro senegalese Brian Minthe, di 43 anni, che restano comunque in carcere, ma si sono visti annullare l'accusa di violenza sessuale di gruppo, cambiata in abuso sessuale su minore, mentre è rimasta quella per spaccio.
Tutti rimangono comunque dietro alle sbarre. Bisognerà però capire le motivazioni che hanno spinto i giudici del Riesame ad alleggerire alcune posizioni rispetto a quella di Gara, conosciuto come Paco da pusher e tossici di San Lorenzo.
Resta la cessione di sostanze stupefacenti anche per lo spacciatore italiano Marco Mancini al quale il gip, nell'ambito dell'interrogatorio di convalida, ha però fatto venire meno l'aggravante della cessione a minore.
Non è ancora arrivata nessuna pronuncia, invece, da parte del Riesame sull'istanza presentata dai difensori di Yusif Salia, il ghanese di 32 catturato il 26 ottobre in una baracca nel ghetto di Borgo Mezzanone nel Foggiano. Per lui è stata emessa una nuova ordinanza di custodia cautelare sia per l'omicidio sia per la cessione di droga e violenza di gruppo.
Lo straniero ha confessato di avere avuto un rapporto sessuale consensuale con Desirée la sera del 18 ottobre, poche ore prima della morte ma di essere poi andato via, chiedendo alla ragazza di seguirlo, e di aver appreso della morte solo successivamente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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