Nove vittime accertate, 18 dispersi tra cui due clandestini siriani. Con il passare dei giorni il naufragio del Norman Atlantic, il traghetto devastato da un incendio il 28 dicembre mentre viaggiava dalla Grecia verso Ancona, assume contorni più precisi. Nello stesso tempo affiorano ulteriori drammatici particolari, come l'attacco degli squali ai corpi finiti in mare: secondo quanto emerso dalle autopsie, un cadavere sarebbe stato infatti dilaniato in Adriatico, un fatto senza precedenti in questo specchio d'acqua. Nelle ultime ore le autorità greche hanno fornito la lista dei passeggeri alla procura di Bari, che conduce l'inchiesta. A bordo della nave c'erano più delle 499 persone inizialmente stimate sulla base delle prime informazioni, che comprendevano 478 passeggeri più 18 overbooking e tre clandestini. E così solo adesso, dopo una serie di voci e ipotesi accavallatesi nei giorni, il quadro è divenuto più chiaro. Restano i dubbi invece sulle cause e sulle fasi dell'incendio che ha distrutto il traghetto. L'unica cosa certa è che le fiamme sono divampate dal ponte numero 3, quello dove erano parcheggiati i camion. Per il momento a bordo del relitto proseguono le operazioni necessarie per aspirare il fumo ancora presente all'interno; successivamente scatteranno le ispezioni per verificare l'eventuale presenza di altri corpi. Le indagini si sviluppano tra Brindisi e Bari, dove sono state completate le autopsie nell'istituto di medicina legale del Policlinico.
Dagli esami, a cui ha partecipato anche un biologo marino, è venuto fuori che i naufraghi sono morti a causa di uno shock termico che ha provocato l'annegamento, ma su uno dei corpi sono state riscontrate ferite inferte da squali. L'attacco sarebbe avvenuto dopo il decesso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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