Prima le tv americane hanno diffuso il nome dell'attentatore di Manchester, poi il New York Times ha pubblicato le foto della bomba esplosa al concerto di Ariana Grande: una fuga di notizie che ha scatenato l'ira di Londra, con il rischio di mettere in crisi per la prima volta da decenni le «relazioni speciali» tra le Usa e Regno Unito. Tanto da costringere il presidente Donald Trump a scendere in campo immediatamente con una dichiarazione scritta, nella quale ha assicurato che la sua amministrazione vuole «andare fino in fondo» sulla questione, e per questo ha ordinato un'indagine approfondita con l'intenzione di arrivare anche a un'incriminazione. «Le fughe di notizie costituiscono una grave minaccia per la nostra sicurezza nazionale - ha precisato il tycoon - Se necessario i colpevoli dovranno essere perseguiti col massimo della pena».
Una promessa rivolta alla premier britannica Theresa May, che prima di partire alla volta di Bruxelles per il vertice Nato ha avvertito: «Chiarirò al presidente americano che le informazioni di intelligence condivise tra le nostre autorità devono restare al sicuro». Poi, a margine del summit, è tornata sull'argomento, spiegando: «Abbiamo una relazione forte con gli Stati Uniti, il nostro partner più stretto, e questo rapporto è costruito naturalmente sulla fiducia. Di questo - ha proseguito - fa parte il fatto di sapere che le informazioni di intelligence possono essere condivise con fiducia». E l'asse tra Londra e Washington, che sino a ora si sono scambiate costantemente notizie sensibili, rischia di incrinarsi proprio mentre la Nato è entrata formalmente nella coalizione anti-Isis e ha lanciato la cellula anti-terrorismo, che punta soprattutto sulla condivisione delle informazioni.
A scatenare la polemica è stata in un primo momento la rivelazione del nome dell'attentatore, comparso sui media americani mentre gli 007 britannici avevano deciso di tenerlo segreto. Un fatto che il ministro degli Interni Amber Rudd ha definito «irritante»: «Sono stata molto chiara con i nostri amici - ha ammonito - una cosa del genere non dovrà mai più ripetersi». La sua richiesta però è rimasta inascoltata, visto che poco dopo il New York Times ha pubblicato le foto con i dettagli dell'ordigno fatto esplodere all'Arena di Manchester. Così la polizia della città inglese ha deciso di non mettere più gli americani al corrente dello sviluppo delle indagini, chiudendo il canale informativo con gli Usa. Una scelta presa in maniera autonoma dalla polizia e che non rappresenta una rottura generalizzata tra le due potenze, ma che in ogni caso è senza precedenti.
Secondo gli inglesi quanto accaduto «mette a rischio vite umane», mentre per il sindaco di Manchester la fuga di notizie «è sbagliata e non rispettosa per le famiglie delle persone rimaste ferite». «Siamo furiosi», ha poi confidato una fonte di Westminster al Guardian. «Tutto ciò è inaccettabile - ha aggiunto - La questione sarà sollevata a tutti i livelli rilevanti dalle autorità britanniche con la loro controparte Usa». Il quotidiano newyorkese, invece, ha difeso la pubblicazione degli scatti, sostenendo che il suo resoconto è stato responsabile. «Le immagini e le informazioni presentate non sono né crude né irrispettose delle vittime» ha scritto in una nota. E oggi il segretario di Stato Usa Rex Tillerson si reca per la prima volta in visita ufficiale nel Regno Unito, dove incontrerà il collega Boris Johnson.
La motivazione ufficiale è quella di «esprimere solidarietà» dopo la strage, ma per diversi osservatori il titolare della diplomazia a stelle e strisce ha in realtà deciso di recarsi in Gran Bretagna per rinsaldare i rapporti fra i due alleati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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