L'alleanza di tre ospedali contro la sofferenza cronica

Tommaso Maria RossiDal mal di schiena all'emicrania ai dolori provocati dall'artrosi: il dolore cronico va considerato una malattia. Si calcola che una persona su quattro ne sia afflitta, 13 milioni di italiani secondo il recente Libro Bianco dedicato all'argomento. Un dolore non trattato o trattato in modo non adeguato, può avere notevoli ripercussioni sul benessere psicofisico del paziente e sulla sua qualità di vita. Soprattutto in età lavorativa. La sofferenza ha un impatto sul Sistema Sanitario Nazionale di oltre 11 miliardi di costi diretti ogni anno, ai quali si aggiungono 25 miliardi di costi indiretti (giornate lavorative perse, distacchi definitivi dal lavoro), per un totale di 36 miliardi di spesa.Un bilancio pesante, a cui si potrebbe porre rimedio con una più appropriata gestione del problema: grazie alla terapia del dolore, che è finalizzata proprio al trattamento delle patologie algiche, e alla possibilità di usare i nuovi farmaci oppioidi sotto stretto controllo medico. Sono questi, in sintesi i passi in avanti compiuti dalla Legge 38, che ha semplificato le prescrizioni, per il dolore oncologico e non oncologico.Il Piemonte è stata la prima Regione ad aver applicato la legge 38 del 2010, e sono in via di definizione, in base al riordino della rete ospedaliera, anche i riferimenti per indirizzare i cittadini ai centri specialistici per il dolore. Rossella Marzi, direttore della struttura di Algologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Novara, nonché Coordinatore della Rete di Terapia del Dolore della Regione Piemonte ci spiega che «per affrontare il dolore cronico complesso, la futura rete piemontese prevederà tre strutture di eccellenza, la Città della Salute e della Scienza di Torino, il Maggiore della Carità di Novara e l' Azienda Ospedaliera di Alessandria».«Inoltre uno degli obiettivi del percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) sul mal di schiena approvato lo scorso anno è quello di limitare gli esami inutili spiega Marzi Non ha senso prescrivere Tac o Risonanza magnetica alle prime manifestazioni del dolore. Un'indagine radiologica andrebbe svolta dopo un mese di dolore continuo. Il medico di base è il primo referente, è lui che prescrive le terapie e valuta se è necessario rivolgersi allo specialista». Il dolore cronico affligge soprattutto gli anziani, «i traumi, il dolore diffuso da artrosi, nevralgie di varia natura analizza Rossella Marzi davanti a pazienti con più patologie, come lo sono spesso gli anziani, la scelta del farmaco è determinante. Molti Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei) interagiscono con altre molecole e non si possono assumere per periodi prolungati. Al contrario terapie basate su oppiacei, a basso dosaggio, si possono protrarre per un lungo periodo e non vi sono interazioni con i farmaci di ambito cardiovascolare come antipertensivi e antiaggreganti».Talvolta i pazienti temono l'effetto «dipendenza» da oppiaceo. Negli Stati Uniti si è parlato di abuso di oppioidi e di fenomeni di dipendenza. «È bene precisare che in Italia vi sono leggi diverse, le prescrizioni sono controllate conferma la dottoressa le evidenze cliniche rivelano che i dosaggi per combattere il dolore non provocano dipendenza. Inoltre le formulazioni abuse deterrent (anti-abuso), che associano l'oppioide al suo antagonista, ne scoraggiano l'uso non medico. L'andamento temporale dei consumi degli oppioidi in Italia mostra un incremento nell'ultimo decennio. L'aumento è stato determinato dal cambiamento della legislazione sulla prescrizione (anno 2001) e, a partire dal 2005, dall'immissione in commercio di nuove formulazioni farmaceutiche e di principi attivi in commercio da tempo in altri Paesi ma non in Italia. Purtroppo la tendenza a non prescrivere oppioidi da parte dei medici ospedalieri italiani viene confermata anche da una recente indagine che mostra come la prevalenza di pazienti anziani dimessi dall'ospedale con una prescrizione di oppioidi sia solo leggermente superiore a quella dei pazienti in ingresso; il 58% dei pazienti con dolore significativo viene dimesso senza alcuna prescrizione di analgesici».

Come ha ribadito il congresso della European Pain Federation (Efic), tenutosi a Vienna lo scorso settembre, l'allarmismo eccessivo che si sta creando rischia di stigmatizzare farmaci in realtà efficaci e sicuri. E non bisogna dimenticare che è necessario curare le persone, non solo le malattie, evitando le sofferenze inutili.

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