La lega esulta: "Avanti con l'autonomia"

E a sinistra scatta subito la resa dei conti: "Il Pd ha preferito la Lorenzin"

La lega esulta: "Avanti con l'autonomia"

«Giorgio Gori ammetta la sconfitta». Il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi è il primo ad esultare di fronte alla vittoria (ampia) prospettata dai primi exit poll sulle Regionali.
«Sarà una vittoria storica per la Lega in generale e in particolare in Lombardia - ha affermato -. Aspettiamo una telefonata di Gori per riconoscere la sconfitta». Lo staff dell'attuale sindaco di Bergamo ha però fatto sapere che da lui non sarebbe arrivato alcun commento. Che si esprimerà solo in presenza di dati reali e non di semplici sondaggi.
Peraltro, aggiunge Grimoldi, «con questi numeri avremo particolare forza per portare a casa l'accordo firmato la scorsa settimana con il governo uscente sull'autonomia. Ci aspettiamo che l'accordo venga ratificato dal prossimo governo, qualunque esso sia». L'esponente leghista ha poi criticato le lungaggini del sistema di voto che prevedeva il tagliando antifrode.
«Con questi numeri - ha concluso - avremo particolare forza per proseguire il lavoro sull'autonomia e portare a casa l'accordo. Questa sarà la priorità politica programmatica della prossima legislatura». Il capolista del Carroccio alle Politiche Alessandro Morelli infine imita il leader Matteo Salvini e sui social scrive tre volte «Grazie» a caratteri cubitali.
E tra le prime ad ammettere la sconfitta a sinistra - sia alle Politiche che in Lombardia - c'è la consigliera islamica del Pd Sumaya Abdel Qader: «Evitiamo di lagnarci o di piangere la molto probabile sconfitta. Domani, comunque vada, si riparte a lavorare perché su tante cose bisogna riflettere e tante cose vanno cambiate. A chi vincerà vanno le mie congratulazioni e chiedo di governare per il bene di tutti noi italiani». E Alessandro Capelli, fedelissimo di Giuliano Pisapia, rimarca che «per mesi Campo Progressista ha cercato di ricostruire il campo del centrosinistra largo in nome del cambiamento e della discontinuità. Chiedevamo unità, innovazione, democrazia, coraggio.

Leadership condivisa e programma di cambiamento. Si è preferita la Lorenzin alla battaglia sullo ius soli che secondo alcuni avrebbe fatto perdere voti». Nessun commento della prima neppure da parte del candidato del Movimento 5 stelle Dario Violi.

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