«Sospensione immediata di Schengen», insiste la leader del Front National Marine Le Pen, da una Parigi che cerca di reagire a tre giorni di strage terroristica e di organizzare il contrattacco di fronte a i fanatici in nome di Allah.
«Reintrodurre in Europa i controlli alle frontiere!», le fa eco dall'Italia il numero uno della Lega Matteo Salvini. Anche Forza Italia, con Mariastella Gelmini, definisce «decisivo» per una regia europea nelle politiche di sicurezza «rivedere alcune norme di Schengen».
Dopo il vertice antiterrorismo dei titolari degli Interni eropei, i governi di Francia e Spagna aprono ad una revisione del trattato sulla libera circolazione di persone e merci. Il ministro Barnard Cazeneuve spiega che l'esecutivo francese è pronto a modifiche di Schengen. E così il collega spagnolo, Jorge Fernandez Diaz.
Il governo Renzi, invece, va in direzione opposta. Lo dice chiaro il ministro dell'Interno Angelino Alfano, volato a Parigi per l'incontro sull'antiterrorismo con i suo omologhi Ue: «Schengen è una grande conquista di libertà che non può essere regalata ai terroristi. Le frontiere vanno certamente controllate ed è per questo che rafforzeremo il sistema di informazione di Schengen, ma non possiamo arretrare su queste conquiste di libertà per dare soddisfazione ai populisti e a coloro che, anche in Italia, pensano che chiudendo le frontiere si batta il terrorismo».
Stessi termini del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni: «Schengen - dice in un'intervista su Sky a Maria Latella - è la nostra libertà, è la nostra democrazia. Se per una decina di terroristi rinunciamo alla libertà di espressione, di manifestazione, di circolazione, gli facciamo un regalo fantastico. Una risposta che dica che tutti gli islamici sono terroristi è idiota, neanche politica».
Malgrado le dichiarazioni discordanti dopo il vertice, il sottosegretario a Palazzo Chigi con delega ai servizi segreti Marco Minniti dice che «non c'è divaricazione tra i principali Paesi europei» e che il problema «non è quello di sospendere Schengen, ma il contrario». Cioè, dare una risposta «il più possibile unitaria». «Il terrorismo islamico - afferma - vede l'Europa più unita. Si è colpito Parigi per colpire l'Europa».
Per il ministro francese Cazeneuve serve l'approvazione «urgente» della direttiva sul Passenger name record (Pnr) per la registrazione dei passeggeri sui voli nell'area Schengen. Per avere questo «strumento fondamentale» per la lotta al terrorismo jihadista, annuncia un nuovo tentativo di mediazione col Parlamento Ue, dove il progetto di direttiva è bloccato per i timori di molti su un eccessivo abbassamento della soglia di privacy sui dati sensibili.
Anche Alfano annuncia che il vertice ha «rafforzato l'unità e la forza dell'Europa insieme agli Usa» e parla della necessità dei database comuni per l'accesso alle liste passeggeri di tutti i voli, del potenziamento di Europol e del sistema di informazione Schengen. Ma Salvini ricorda che in Italia sono stati reintrodotti controlli alle frontiere già nel 2001 per il G8 di Genova e dopo il terremoto dell'Aquila, in Norvegia dopo la strage di Breivik, in Polonia prima di una conferenza sul clima e limiti sono stati decisi per gli ultrà negli stadi. «E per bloccare i fanatici islamici - chiede - non si può fare? Al governo, in Italia e in Europa, abbiamo gente inutile».
L'azzurra Laura Ravetto, presidente del Comitato Schengen, annuncia che «Fi farà una battaglia perché le spese sul monitoraggio e la sicurezza dei siti sensibili vengano esclusi dal Patto di stabilità». E l'ex ministro Andrea Ronchi chiede «controlli ferrei alle frontiere».
«Annullare il trattato Schengen sarebbe un grave errore», risponde Fabrizio Cicchitto di Ncd. «È una conquista da difendere», concorda Corrado Passera. «Si fa solo il gioco dei terroristi», aggiunge il Pd Edoardo Patriarca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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