M5S vota Imposimato I grillini si scatenano a fotografare le schede

L'ex magistrato incassa 120 voti ma ci sono defezioni E c'è chi pubblica (ma poi cancella) selfie e video nel seggio

M5S vota Imposimato I grillini si scatenano a fotografare le schede

L a «tentazione» Prodi alla fine cade. E dalle Quirinarie pentastellate emerge come candidato per il Colle il nome di Ferdinando Imposimato. Alla chiamata di Beppe Grillo al webvoto hanno risposto più di 50mila (51.677) iscritti al Movimento 5 Stelle, che hanno espresso le loro preferenze fino alle 14 di ieri, quando mancava una sola ora alla prima votazione.

Il 32 per cento di loro, messo di fronte ai nove nomi (il decimo, Lorenza Carlassare, s'era subito sfilato dall'elenco) scelti in streaming dall'assemblea dei parlamentari grillini, ha puntato sull'ex magistrato come candidato di bandiera M5S, che alla fine è risultato primo con oltre 16mila voti. Romano Prodi, scelto da chi voleva destabilizzare gli equilibri in casa dem, è arrivato secondo, raccogliendo 10mila voti pari al 20 per cento delle preferenze grilline, Bersani invece arriva «solo» quarto, dietro al pm palermitano Nino Di Matteo.

L'idea di mettere il Pd in difficoltà, esplicitata dalla scelta di inserire nella rosa dei papapili sia Prodi che l'ex segretario Bersani è dunque stata accantonata dalla «base web» del movimento di Beppe Grillo, e i 128 parlamentari a Cinque Stelle hanno rispettato in modo abbastanza compatto la sentenza delle Quirinarie. Nessuna sorpresa, insomma, con Imposimato che è uscito dal primo scrutinio con 120 voti e solo nove preferenze assegnate al professore bolognese. Andrà prevedibilmente così anche per le prossime due votazioni, mentre dalla quarta Grillo non esclude di sottoporre al voto della rete il nome di Mattarella: «Se dal quarto scrutinio i cambi di maggioranza dovessero portare ad un nome condiviso tra più forze politiche in Parlamento - spiega il blog di Grillo - si deciderà come meglio muoverci con una votazione lampo». Soprattutto se il voto del M5S dovesse essere determinante. Il plotoncino di epurati e fuoriusciti pentastellati, invece, ha scelto di far convergere i propri voti su Stefano Rodotà, già candidato dal M5S alla presidenza della Repubblica nel 2013.

Ma chi abbiano votato molti dei grillini e degli ex grillini non è stato un segreto nemmeno ben prima che lo scrutinio fosse finito. In molti - forse per testimoniare il proprio patto di fedeltà alle decisioni della base, o per abitudine alla condivisione «social» delle attività in Parlamento - hanno deciso di «documentare» il momento del voto violando il segreto dell'urna e i regolamenti per l'elezione del capo dello Stato, fotografando la scheda col cellulare. A inaugurare il «trend» la senatrice Alessandra Bencini, ex portavoce M5S (espulsa a marzo 2014) che ha pubblicato su Twitter - e subito cancellato - la foto del suo voto per Rodotà. Stessa idea per la senatrice Barbara Lezzi, portavoce pentastellata, e per il deputato Matteo Dell'Osso, che hanno postato i loro voti per Imposimato su Facebook.

Ha fatto di più Manlio Di Stefano, eletto a Montecitorio per M5S, che ha addirittura realizzato un «documentario» con il cellulare nascosto nel taschino, filmando l'intero processo, dallo scranno alla cabina e ritorno, e pubblicando tutto su Facebook, salvo cancellarlo «per evitare strumentalizzazioni».

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