Il caso Regeni in primo piano. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio al presidente della Repubblica araba d'Egitto, Abdel Fattah Al Sisi, in occasione della sua rielezione, chiedendo supporto per risolvere il mistero del nostro connazionale, rapito e ritrovato senza vita il 3 febbraio 2016, nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani.
«Abbiamo accolto con favore le dichiarazioni da lei fatte in più occasioni circa l'impegno suo personale e delle istituzioni egiziane a pervenire a risultati definitivi sulla barbara uccisione di Giulio Regeni - si legge in uno dei passaggi pubblicati sul sito dell'Ambasciata d'Italia al Cairo e ripresi da messaggio di Mattarella -. Sono certo che il raggiungimento della verità, attraverso una sempre più efficace cooperazione tra gli organi investigativi, contribuirà a rilanciare e rafforzare il rapporto storico di assoluto rilievo tra i nostri Paesi».
«Desidero farle pervenire le mie felicitazioni per il suo nuovo mandato alla presidenza della Repubblica Araba d'Egitto - continua ancora il Capo dello Stato -. Confido che nel corso dei prossimi anni l'Egitto potrà realizzare importanti riforme e progressi in campo politico, economico e sociale, secondo le aspettative dell'amico popolo egiziano. L'Italia, come sempre, non farà mancare il suo sostegno». «Egitto e Italia - conclude Mattarella - sono vicini per storia, per relazioni ampie e diversificate in tutti i settori e a tutti i livelli, e per condivisione dello spazio geopolitico mediterraneo, caratterizzato da grandi sfide ma anche da vastissime opportunità di sempre più stretta collaborazione e interdipendenza. È con questo spirito e con queste aspettative che formulo i migliori auguri di buon lavoro per l'espletamento del suo alto incarico e per il successo di questo nuovo mandato».
Quella di Al Sisi è stata una
riconferma non di certo priva di macchie. Altri candidati non ce n'erano perché buona parte di quelli che si erano presentati sono finiti in carcere oppure sono stati costretti alla ritirata a colpi di intimidazioni e minacce.
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